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God and Design. The Teleological Argument and Modern Science

Neil A. Manson

Routledge,
London 2003
pp. 376
Anno di edizione originale: 2003
ISBN: 0415263433

Il progresso delle singole discipline spesso tende ad allontanare la conoscenza scientifica da una visione unitaria. Le recenti riflessioni della cosmologia fisica o della biologia che pongono a tema la domanda circa la possibile esistenza di un “disegno” nelle proprietà e nell’evoluzione del cosmo parrebbero contrastare questa tendenza. Il volume curato da Neil Manson offre una qualificata panoramica sul dibattito inerente questo particolare aspetto della scienza contemporanea. L’opera raccoglie saggi di noti specialisti, scienziati e filosofi, divisi in tre sezioni generali: Elliott Sober, John Leslie, Robert O' Connor, Jan Narveson, Richard Swinburne e Del Ratzsch per la Prima Parte (General Considerations, pp. 25-144); Paul Davies, William Lane Craig, Robin Collins, Timothy McGrew ed Eric Vestrup per la Seconda (Physical Cosmology, pp. 145-208); Martin Rees, D.H. Mellor, Roger White e William Dembski per la terza (Multiple Universes, pp. 209-274); ed infine Michael Behe, Kenneth R. Miller, Michael Ruse, Simon Conway Morris, Peter Van Inwagen per la Quarta ed ultima sezione (Biology, pp. 275-363). La diversa estrazione degli studiosi, che spazia dalla rigorosa impostazione teologico naturale di Richard Swinburne, debitrice alla filosofia analitica anglosassone, alla stimolante (ma bisognosa di ulteriori approfondimenti) esposizione dell’Intelligent Design da parte dei suoi maggiori sostenitori quali Michael Behe e William Dembski, fino alla trattazione delle maggiori questioni scientifiche offerta da alcuni dei loro principali protagonisti, come Martin Rees o Paul Davies, fanno del volume uno strumento di documentazione filosoficamente equilibrato e scientificamente aggiornato. La complessità delle tematiche affrontate non consente di stabilire conclusioni affrettate, tenendo fra l’altro presente che il dibattito sulla eventuale presenza di teleologismo in natura ha accompagnato tutto il pensiero filosofico, quasi dalle sue stesse origini. La consapevolezza di tale situazione, comunque, non ha impedito agli autori dei diversi contributi di delineare un quadro dettagliato delle risposte che la ricerca attuale fornisce ad interrogativi come: l’individuazione di un disegno intelligente nel mondo, l’esistenza di prove di un universo preordinato da Dio per lo sviluppo della vita, il rapporto tra l’eventuale esistenza di altri universi e l’esistenza di un disegno di livello più generale, la compatibilità tra le teorie dell’evoluzione e la fede religiosa in un Creatore. Dopo una presentazione del lavoro da parte dell’editore (Introduzione, pp. 1-23), la Parte I affronta le problematiche generali dell’argomento. Nella Parte II viene rivolta l’attenzione verso quegli aspetti della cosmologia contemporanea correlati con l’idea di un “disegno divino” dell’universo. La discussione di questo tema non può prescindere dai contenuti teologici e scientifici espressi anche in passato; come sottolinea Paul Davies (p. 150), la scienza contemporanea ripropone il più antico dei dibattiti filosofici, cioè il rapporto tra la dimensione eterna e quella temporale. Nella Parte III vengono affrontate le implicazioni delle teorie riguardanti la possibile esistenza di “molti universi”: nonostante l’impossibilità di sottoporre la teoria a test basati sul metodo sperimentale tradizionalmente inteso, la domanda sull’esistenza di molteplici universi non è destituita di fondamento scientifico in alcuni modelli della cosmologia contemporanea. Tale sezione del volume è quella in cui, probabilmente, si riconosce più facilmente una diversità di prospettive filosofiche, inevitabilmente implicata nella interpretazione o nella estrapolazione dei dati scientifici. Il significato di un finalismo e di un eventuale progetto divino, derivato da argomentazioni tratte dalle scienze biologiche, è invece l’oggetto della Parte IV. Nonostante la biologia non abbia, di per sé, alcun accesso scientifico all’esistenza di una intelligenza ordinatrice, le tesi espresse in quest’ultima sezione mostrano un superamento di quelle concezioni filosofiche che avevano dichiarato una irriducibile incompatibilità tra la biologia evoluzionista ed i principi di una teologia della creazione. I saggi di quest’ultima parte del volume illustrano, tra l’altro, perfino alcuni elementi per sostenere la compatibilità tra un disegno intelligente e la stessa concezione darwiniana. Il complesso delle argomentazioni proposte in questa raccolta di saggi sono in fondo una variegata testimonianza di come i recenti ultimi progressi della scienza non abbiano messo da parte il richiamo ad un disegno intelligente che avrebbe guidato la formazione del mondo. Richiamo, non va dimenticato, di cui è soggetto il ricercatore che fa scienza e non la scienza impersonalmente intesa.