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La logica della libertà

Michael Polanyi
trad. it. e cura di Marco Bastianelli

Rubbettino,
Milano 2001
pp. 398
Anno di edizione originale: 1951
ISBN: 8849801998

Il volume è una raccolta in due parti di 11 articoli e interventi filosofici, spesso riveduti e ampliati, pubblicati originariamente da Michael Polanyi dal 1942 fino al 1951; l’articolo in appendice, posteriore, è stato aggiunto perché riassuntivo dei temi trattati, come riporta Vinti nella prefazione. Nei testi di Polanyi, la difesa della libertà è accompagnata da una serrata critica dei totalitarismi, soprattutto del comunismo. Essi mostrano inoltre un passaggio fondamentale nell’elaborazione della sua proposta della conoscenza scientifica come conoscenza personale e del suo esito comunitario. I temi epistemologici sono visti in profonda continuità con quelli politico-sociali ed economici: il modo di intendere la conoscenza influenza un’intera cultura e la società di cui è propria. L’opera si compone dei seguenti contenuti:

Parte Prima. L’esempio della scienza: 1. Il messaggio sociale della scienza pura (Social Message of Pure Science, 1945); 2. Le convinzioni scientifiche (Scientific Convictions, 1949); 3. I fondamenti della libertà accademica (Foundations of Academic Freedom1947); 4. L'autonomia della scienza (Self-Government of Science, 1942); 5. Scienza e benessere (Science and Welfare, 1945); 6. Scienza pianificata (Planned Science, 1948).

Parte seconda: Altri esempi: 7. I pericoli dell'incoerenza (Perils of Inconsistency, 1950); 8. La portata della direzione centrale (The Span of Central Direction, 1948); 9. Profitti e policentricità (Profits and Polycentricity, 1946); 10. Gestibilità dei compiti sociali (Maneageability of Social Tasks, 1950).

Appendice: Liberalismo e libertà (On Liberalism and Liberty, 1955, che non è parte dell’originale inglese ed è edito in Economics and Philosophy. Selected Papers by M. Polanyi).

Polanyi rifiuta la libertà intesa come assoluta libertà di autodeterminazione dell’individuo, che risulta incompatibile con l’esistenza di relazioni sociali stabilite e non la colonna portante della libertà pubblica: essa può darsi solo entro i limiti imposti dall’autorità politica e dal consenso morale stabiliti e si fonda sulla precedente comprensione non articolata della libertà propria dei cittadini. Tale comprensione è quella propria della conoscenza tacita, che per la trasmissione di elementi inespressi richiede le capacità eminenti e peculiari della persona ed una trasmissione diretta tramite apprendistato, dunque autorità e tradizione. L’A. sostiene già il rapporto tra conoscenza scientifica e fede, presupposti fiduciari, credenze personali, pur conservando la pretesa universalistica ed il carattere normativo della scienza.

Mediante un liberalismo definito “moderato”, Polanyi si oppone al liberalismo dottrinario, differenziandosi da Hayek, Mises e Popper. Egli difende la necessità di autorità e tradizione e nega che la libertà comporti un “vuoto di valori”. La società libera è una società interamente votata ad un peculiare insieme di credenze, non una società aperta; è una società di esploratori, orientata alla ricerca della verità, che perciò ammette la possibilità di dissenso in nome della verità stessa. Notevole la critica dell’abolizione di ogni opposizione da parte dell’autorità rivoluzionaria tramite una trasformazione generale che abolisce tutti gli standard tramite cui può essere criticata, in modo tale da non poter essere giudicata falsa, da inserire nella sua tesi dell’inversione morale.

Una particolare attenzione è dedicata alla difesa della libertà accademica e di ricerca dalla direzione centralizzata, a favore della libertà e responsabilità del ricercatore, e del perseguimento della scienza per se stessa, senza la subordinazione a fini di benessere sociale e materiale, che risulterebbe da ultimo distruttiva per la ricerca stessa.

Nella seconda parte della raccolta domina maggiormente l’analisi economica, in cui nella difesa dell’ordine spontaneo si nota l’influsso della “mano invisibile” di Adam Smith; Polanyi propone però di considerare il mercato un caso particolare di coordinamento per mutuo aggiustamento, che avverrebbe anche all’interno della comunità scientifica. Il progresso scientifico si ottiene solo tramite iniziative indipendenti, dato che lo scienziato che padroneggia un certo settore è il più competente a decidere come proseguire.

Nella Prefazione di Vinti, infine, oltre ad un’approfondita ricostruzione del pensiero polanyiano, è da segnalare lo studio dei suoi rapporti con la “scuola austriaca”.

M. S.