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La morale prima della morale

Laura Boella

Cortina,
Milano 2008
pp. 125
Anno di edizione originale: 2008
ISBN: 9788860301581

Questa agile lettura rappresenta uno dei primi testi in assoluto, nell’ambito dell’editoria italiana, dedicato alla giovane disciplina della neuroetica. L’autrice, filosofa milanese, è da anni in prima linea nel confronto e nel dialogo con i guadagni sperimentali delle neuroscienze contemporanee. Il suo pensiero si presenta quindi come una delle posizioni più ragionate e più informate per quanto riguarda i guadagni della moderna neuroscienza. La Boella ci introduce gradualmente all’interno del vasto campo delle scoperte neuroscientifiche: ci troviamo ormai in un “brave neuro world”, in cui qualunque attività umana viene preceduta da un prefisso –neuro. Veniamo così a conoscenza delle sofisticate tecniche di indagine dell’attività cerebrale in vivo. L’A. ne espone in maniera piana ma puntuale le grandi potenzialità, ma anche i limiti. La seconda parte del libro è dedicata invece alla trattazione della “morale prima della morale”: vengono esposte, in maniera accessibile anche ai non esperti, i famosi “esperimenti del carrello” per indagare le basi neuronali della moralità in Homo sapiens, così come le scoperte legate alla funzione dei neuroni specchio nella nostra specie. Entrambi i campi di interesse possono fornire spunti di riflessione per un ripensamento sia della questione della morale che del fenomeno empatico (altro campo di approfondimento caro all’A.); è possibile infatti, grazie ai guadagni della neuroscienza, cominciare a parlare di una “morale prima della morale”: si tratta del substrato neuronale che precede e permette ogni nostra decisione morale. Senza però ridurla completamente, o completamente esaurirla, rispetto alla sua ricchezza multistratificata. L’autrice infatti non vuole adottare una posizione neuro-riduzionista; vuole invece evidenziare, con l’espressione che fa da sottotitolo all’opera, quella componente biologica-neuronale che si affianca alle altre spiegazioni della morale, e dell’empatia. La “visione di neuroetica” che ci propone l’autrice vuole da un lato evitare che “le spiegazioni con prefisso neuro” fagocitino quelle classicamente sviluppate da altre discipline (etica, filosofia, antropologia, sociologia, senso comune); dall’altro, vuole sottolineare l’importanza della componente neuronale che sta alla base di tutto quello che facciamo, che non può più, oggigiorno, essere ignorata in sede di dialogo interdisciplinare.