Scientists: Their Psychological World
Basic Books, New York 1962
L’autrice, psicologo clinico statunitense, riporta nel testo il frutto di uno studio psicologico, condotto su 40 scienziati, tutti impiegati nel campo delle scienze naturali in università o altre istituzioni accademiche, portato avanti allo scopo di delinearne il profilo psicologico. Nonostante sia stato scritto molti anni fa, il testo resta ancora fra i pochi, forse l’unico nel suo genere, e dunque continua anche oggi a rivestire un certo interesse. Lo studio nasce da quello che l’autrice considera come un curioso paradosso: quello per cui l’uomo di scienza, che si dedica a chiarire come le cose funzionino veramente, a discernere i fatti dalla finzione, e in definitiva ala ricerca della verità, possa essere esso stesso avvolto da un alone di mistero a motivo dell’immagine che ne forgia l’opinione pubblica. Poiché generalmente molti stereotipi vengono attribuiti alla personalità dei ricercatori, è impossibile, senza uno studio empirico, raccontare quali caratteristiche umane li definiscano accuratamente e quali no. Lo studio è stato condotto sulla base di svariati test, oltre che su di una serie numerosa di interviste circa la storia personale e il percorso di crescita degli scienziati. L’autrice trae numerose conclusioni circa la loro personalità, l’immagine elaborata di se stessi e il loro stile di pensiero e di vita. Ogni capitolo del testo si occupa di approfondire ciascuno di questi aspetti facendo talvolta riferimento a specifici soggetti in esame, impiegando numerosi riferimenti biografici e tabelle statistiche.