Louis Martin e Zélie Guérin

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Louis Martin (1823–1894) e Marie-Azélie Guérin (1831–1877)

Scegliere quale storia di Amore raccontarti non è impresa facile. Ci sono tante storie d’amore, forse, quanti esseri umani sulla terra… Alcune bellissime, struggenti, capaci di ispirare film e romanzi. Altre nascoste, ordinarie, ma non per questo meno belle e intense. Amore che lega genitori e figli, fratelli, coniugi, ma anche amici e compagni di imprese e di progetti; amore per gli altri che dà origine ad avventure incredibili, come quelle che portano a rinunciare alle proprie comodità per costruire un futuro migliore a persone sfortunate e bisognose. Amore per i propri simili, amore per i nemici. Ma anche amore di Dio e per Dio, amore agli altri per amore di Dio. Amore di santi che amano fino alla follia.

Storie diverse o sempre la stessa storia? Se è amore vero, autentico, generoso, che vuole il bene dell’altro, sono certo si tratti sempre della stessa storia, quella dell’unico Amore che scaturisce dalla stessa sorgente, si divide in molti rivoli, illumina con tanti riflessi.

Ho scelto di raccontarti la storia d’amore di due santi. La loro storia d’amore, perché sono marito e moglie. A volte, quando pensiamo a cosa significa essere santi, immaginiamo donne e uomini eccezionali, lontani dalla nostra esperienza comune: persone solitarie, non interessate alle relazioni umane, ma soltanto al rapporto con Dio. In realtà le cose non stanno così: le vite dei santi, tutte diverse tra loro eppure tutte somiglianti, ci raccontano storie appassionanti di amori, gioie, sofferenze, illuminate ciascuna da una luce speciale… Proprio per questo negli ultimi anni è stata proclamata dalla Chiesa cattolica la santità di alcune coppie di sposi, tra cui quella che adesso conosceremo. E, come vedremo, in questi casi la santità non si ferma al rapporto tra marito e moglie ma si riversa al di fuori dei due e coinvolge l’intera vita familiare.

Louis Martin nasce a Bordeaux, in Francia, nel 1823. Qualche anno dopo (1831), a Saint-Denis-sur-Sarthon in Normandia, nasce Marie-Azélie Guérin, soprannominata da tutti Zélie. Louis si sente chiamato a una vita di preghiera e contemplazione: chiede di entrare nel Monastero del Gran San Bernardo ma i suoi progetti vanno in fumo. Per diventare monaci bisogna conoscere il latino e Louis, sebbene la sua famiglia non sia povera (il padre è capitano dell’esercito napoleonico), non ha ricevuto una formazione classica. Si ripropone di studiare per tentare nuovamente l’ammissione ma, a causa di una malattia, deve abbandonare il progetto. Le vite di Louis e Zélie sembrano parallele: anche la ragazza sente il desiderio della vita consacrata e chiede di essere ammessa tra le Figlie della carità di San Vincenzo de’ Paoli. Ma le sue condizioni di salute non sono buone, problemi respiratori e mal di testa la rendono troppo debole e fragile: non viene accolta e il suo sogno si infrange prima di essere iniziato. Apparentemente, dunque, due fallimenti: due giovani con il progetto di dedicarsi interamente alla vita religiosa che non riescono a realizzarlo per motivi casuali e contingenti, cosa che certamente generò in loro un certo sconforto. Senza ancora conoscersi, i due si avviano verso un’attività lavorativa. Louis inizia a lavorare come orologiaio e Zélie diventa espertissima nel realizzare il “punto d’Alençon”, un particolare merletto tipico della città dove entrambi abitano, conducendo ognuno per conto proprio una vita di lavoro, animata però da un vivo desiderio di vita spirituale.

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Thérèse von Lisieux (1873-1897)

Le due vite “parallele” di Louis e Zélie sono però destinate a incontrarsi in un punto preciso: il ponte Saint Leonard di Alençon. Zélie incrocia Louis, i due non si conoscono ma lei è attratta da quest’uomo, dal modo in cui cammina, dal suo aspetto, e sente una voce interiore che le sussurra: “È quest’uomo che ho preparato per te”. Nel giro di tre mesi Louis e Zélie si sposano (una volta si diceva: “amore a prima vista!”) e inizia così la loro vita familiare, ben presto rallegrata dall’arrivo dei figli. La coppia metterà al mondo nove bambini, di cui purtroppo, quattro saranno vittime di quella mortalità infantile che, prima della scoperta degli antibiotici e dei principali vaccini, colpiva ancora moltissime famiglie. Soltanto cinque figlie sopravviveranno: Marie, Pauline, Léonie, Céline e Thérèse. Louis e Zélie sanno però leggere nelle sofferenze, così come nelle gioie della loro vita familiare, il dispiegarsi di un progetto di vita che Dio ha preparato per loro.

Che atmosfera respirano a casa le cinque sorelle Martin? L’affetto, la cura reciproca e la generosità conferiscono alla vita familiare un’aria di intimità, semplice ma al tempo stesso assai intensa. Louis e Zélie, che hanno condiviso e tuttora condividono il desiderio di una vita spirituale fondata sulla preghiera, hanno ormai compreso che il luogo di questa aspirazione non deve essere necessariamente il monastero: la loro casa diventa il luogo della crescita umana e spirituale delle figlie, che apprendono dai genitori uno stile di vita cristiana, la benevolenza reciproca e l’apertura nei confronti degli altri.

La tenerezza del rapporto tra Louis e Zélie si riversa sulle figlie, che godono di un ambiente familiare sereno, in cui si cerca di incarnare i valori evangelici con impegno e determinazione, ma soprattutto con amore. Ciò che vive la famiglia Martin non rimane confinato dentro le mura domestiche: l’impegno lavorativo, vissuto con onestà e senso della giustizia, è accompagnato da concreti atti di carità nei confronti dei poveri e dall’impegno sociale. Louis partecipa infatti a un circolo che aderisce alle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli, con lo scopo di aiutare materialmente e spiritualmente i bisognosi della città; qui discute insieme agli amici sulle principali questioni sociali che attraversano la Francia, allora protagonista di un grande sviluppo industriale.

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Ponte Saint Leonard, Alençon

“Sono sempre felice con lui – scrive Zélie – mi rende la vita molto dolce. È un sant’uomo, mio marito, ne desidero uno simile per tutte le donne”. La ricerca della felicità e la realizzazione del progetto di Dio passa per Zélie attraverso l’amore di Louis. Quale vita sceglieranno le cinque figlie? In effetti la famiglia Martin ci presenta qualcosa di inedito e, in certo modo, eccezionale: Marie, Pauline, Léonie, Céline e Thérèse, ognuna a suo modo, con tempi e in modi diversi, abbracciano la vita religiosa. Scelta inconsueta, pensiamo, almeno in queste proporzioni… Ma c’è qualcosa che in questa storia ci colpisce: a generare queste decisioni di vita religiosa è stato l’esempio di un amore coniugale fecondo, l’esempio di un padre e di una madre che si amavano davvero. La famiglia è il luogo che custodisce e rivela l’amore, lo alimenta, lo protegge dalle derive dell’egoismo e dell’orgoglio. È il luogo della gratuità, dove ognuno è amato per ciò che è e non per ciò che fa o vale agli occhi degli altri. Il luogo ove, tornando, ognuno può sentirsi accolto. Le decisioni delle figlie dei Martin, per quanto inconsuete, nascono da un amore che sono stati i loro genitori a rivelare e trasmettere. Louis e Zélie non ostacolano le loro scelte di vita, seguendole una per una nella ricerca del loro posto nel mondo. La più piccola,Thérèse, bruciando le tappe, chiede di entrare nel Carmelo di Lisieux. Entrerà come novizia nel 1888: è così che inizia l’avventura di santa Teresa di Lisieux, mistica e patrona dei missionari, dottore della Chiesa, tra le più note sante contemporanee, canonizzata nel 1925 a meno di trent’anni dalla sua morte. Ma questa, come si suol dire, è un’altra storia…

Zélie si ammala presto di cancro e muore nel 1877 dopo aver affrontato con coraggio e pazienza la malattia. Louis, abbandonate le attività lavorative, va a vivere con il fratello della moglie e le nipoti. Prima di morire, nel 1889, assistito dalle figlie Céline e Léonie, scrive: “Il pensiero di vostra madre mi accompagna costantemente” e “vi affido alla vostra santa madre”.

Louis e Zélie vengono proclamati santi nel 2015 da papa Francesco. Coniugi santi, genitori di una santa: la santità di questi due innamorati non si è limitata alla loro vicenda matrimoniale, ma ha abbracciato tutta la vita familiare, traboccando anche al di fuori, sulle persone che li hanno conosciuti e che da loro sono stati aiutati. Che cosa hanno in comune questi tre santi, i coniugi Martin e la loro figlia minore, Thérèse? Il modo più semplice per spiegarlo è questo: l’amore. Due modi diversi – il matrimonio e la verginità – ma un’unica vocazione, quella di accogliere l’Amore.