Edizione rinnovata dell’opera apparsa in occasione del Centenario della fondazione della Specola (1991). Il testo, assai ben curato e ricco di illustrazioni, fotografie d’epoca e documenti pontifici, rappresenta il principale strumento di consultazione per lo studioso interessato alla storia dell’Osservatorio rifondato e ampliato nel 1891 da Leone XIII, ma i cui antecedenti rimontano all’astronomia del Collegio Romano dei Padri Gesuiti, già attiva alla fine del XVI secolo. Sabino Maffeo, Autore del libro, è stato assistente del direttore dell’Osservatorio Vaticano e poi membro emerito; è stato inoltre professore di fisica all’istituto Massimo e a seguito rettore.
Come affermato da George V. Coyne S.J. nella Presentazione dell’opera, essa mette in evidenza, passando in rassegna i lavori svolti negli ultimi centodieci anni, come la Specola abbia corrisposto alle originali intenzioni di Leone XIII, che «la fondò perché tutti potessero sapere che la Chiesa e i suoi Pastori non solo non sono contrari alla vera e solida scienza, sia divina sia umana, ma anzi l’abbracciano e la promuovono con tutti i mezzi a loro disposizione». (cf. Cap. 19 Motu Proprio Ut Mysticam, 301)
Il libro mostra una testimonianza in più dell’interesse che il papato volle tributare istituzionalmente alle scienze astronomiche, da sempre ritenute un ambito privilegiato della testimonianza di Dio creatore. Nel cap. 18 (La Specola strumento di dialogo) leggiamo: «La Chiesa è edotta dell’unità e della connessione di tutta la verità, un’unità che è fondata in Dio, l’Autore della Verità. […] Di fronte alla crescita e all’evidente potere della scienza, egli (l’uomo moderno) tende a trovare nel metodo scientifico un’alternativa alla filosofia cristiana della vita. […] In questa prospettiva, il modo in cui la Specola vede la sua missione nel mondo odierno diviene chiaro. Primo scopo è partecipare alla vita intellettuale e all’evolversi della moderna astronomia in modo efficiente e chiaro […]. Attraverso questo compito si vuole istillare nel mondo moderno, cattolico e non, un’esatta valutazione del posto della scienza nella vita e nel pensiero cristiano, aiutando i colleghi scienziati a riconoscere il valore non più fisico ma filosofico e teologico delle domande ultime, alle quali, sempre più naturalmente, essi vengono condotti dalle loro ricerche fisiche e cosmologiche in particolare». (pp. 276; 278)
La parte IV del libro è dedicata all’evoluzione della Specola negli ultimi anni grazie alla crescente collaborazione su scala mondiale e all’apertura della seconda stazione di osservazione. La Specola Vaticana infatti, oltre alla sede storica di Castelgandolfo presso la Villa Pontificia ed i giardini annessi, possiede i suoi principali strumenti astronomici a Tucson – Arizona. Qui, da alcuni anni, è stata concentrata la maggior parte dell’attività di ricerca scientifica.