I papi e la scienza nell’epoca contemporanea

Indice: Prefazioni di Nicola Cabibbo e Mary Ann Glendon, Introduzione di Marcelo Sànchez Sorondo, Discorsi di Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI alla Pontificia Accademia delle Scienze. Discorsi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Indice analitico.

 

I Papi e la scienza nell’epoca contemporanea è il titolo di un corposo volume, edito da Jaca Book, che raccoglie i discorsi tenuti dai romani Pontefici alla Pontificia Accademia delle Scienze (Istituzione in collaborazione con la quale il volume è stampato), più i discorsi rivolti alla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, a partire dalla più recente fondazione di quest’ultima. I motivi di interesse verso questa pubblicazione sono molteplici. Innanzitutto, si tratta di un importante lavoro di sistemazione e traduzione di una vasta documentazione, parte della quale era stata edita in lingua inglese, nel 2003, dalla Pontificia Accademia delle Scienze. In secondo luogo, il volume costituisce un utile strumento sia per gli studiosi che si occupano del rapporto tra pensiero scientifico e fede cristiana, sia per coloro che sono interessati la storia dei rapporti fra Chiesa Cattolica ed esponenti del mondo scientifico.

L’Introduzione è firmata dall’attuale Cancelliere di entrambe le Accademie, Mons. Marcelo Sánchez Sorondo; il volume è anche corredato di due prefazioni, una per ogni Accademia, firmate dai loro rispettivi Presidenti, Nicola Cabibbo per l’Accademia delle Scienze e Mary Ann Glendon per l’Accademia delle Scienze Sociali. All’inizio di ogni sezione, il volume presenta un esteso profilo biografico di ogni Pontefice e del suo pontificato. Lo completa un conveniente Indice Analitico con numerosi lemmi di interesse.

Non è casuale che la pubblicazione di questa raccolta di discorsi di sette Pontefici (Benedetto XV, Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), in merito ad una vasta gamma di tematiche scientifiche e di problemi etici ed epistemologici a queste connessi, veda la luce nel 2009, quattrocentesimo anniversario del primo impiego del cannocchiale da parte di Galileo Galilei. La Pontificia Accademia delle Scienze affonda infatti le sue radici storiche in una delle più prestigiose istituzioni scientifiche di inizio dell’epoca moderna, quell’Accademia dei Lincei, fondata nel 1603 dal Principe Federico Cesi col patrocinio di Papa Clemente VIII, della quale proprio Galileo divenne orgogliosamente membro nel 1610. Discioltasi dopo la morte del suo fondatore, l’Accademia venne restaurata da papa Pio IX nel 1847 con il nome di Accademia Pontificia dei Nuovi Lincei. Papa Pio XI rifondò successivamente l’Accademia nel 1936 con il suo nome attuale, conferendole uno statuto che sarà poi aggiornato nel 1976 da Paolo VI e nel 1986 da Giovanni Paolo II.

Nell’istituire ufficialmente la Pontificia Accademia Scientiarum il 28 ottobre 1936 con il Motu Proprio In multis solaciis, Pio XI la definì nel suo discorso inaugurale il “senato scientifico” della Santa Sede. Sempre in quell’occasione, il Pontefice chiarì sinteticamente lo spirito dell’Accademia, affermando che «la scienza, quando sia vera conoscenza del reale, non contrasta mai con le verità della fede cristiana; al contrario […] i Romani Pontefici, insieme a tutta la Chiesa, hanno sempre favorito la ricerca degli scienziati anche nelle materie sperimentali, cosicché a loro volta queste discipline hanno consolidato la via per difendere il tesoro della verità celeste, a favore della Chiesa stessa». Il Papa conferiva così all’Accademia piena autorità di ricerca, e stabiliva che i suoi membri fossero nominati senza distinzione di razza o religione. Il lettore interessato può leggere su questo Portale una voce del Dizionario Interdisciplinare dedicata all’Accademia.

Nel raccogliere i discorsi tenuti dai Pontefici ai membri delle Accademie in occasione delle settimane di studio, dei gruppi di lavoro e delle loro sessioni plenarie, il volume fornisce un quadro ampio e dettagliato dell’intreccio di temi, opinioni, discussioni ed orientamenti che da un lato hanno plasmato l’evolversi della scienza del XX secolo e, dall’altro, hanno determinato l’atteggiamento della Chiesa nei confronti della ricerca scientifica e tecnologica, sia in rapporto al proprio Magistero, sia in relazione alle spinte esterne provenienti dai vari ambiti sociali, politici ed economici. È evidente come ciò si inserisca, idealmente, nel vasto orizzonte di quel dialogo tra fede e ragione che oggi è quanto mai attuale e che, tuttavia, ha presentato forti elementi di dibattito a partire dall’apparente frattura realizzatasi all’inizio dell’età moderna. Per questo motivo, tutti i Pontefici, ed in particolare Giovanni Paolo II, nel rivolgersi agli accademici hanno sempre sottolineato l’inconsistenza di tale frattura, sottolineando piuttosto la legittima autonomia delle scienze e la piena compatibilità tra verità scientifiche e verità rivelate. È proprio all’interno di un simile contesto che durante il suo primo discorso all’Accademia, il 10 novembre del 1979, in occasione del centenario della nascita di Albert Einstein, Giovanni Paolo II espresse un formale appello a storici, teologi e scienziati affinché approfondissero il caso Galileo, chiedendo loro di farlo «nel reale riconoscimento dei torti, da qualunque parte provengano, rimuovendo le diffidenze che quel caso tuttora frappone, nella mente di molti, alla fruttuosa concordia tra scienza e fede». Nel 1992, sempre durante un’assemblea dell’Accademia (31 ottobre), il Card. Poupard presentò le conclusioni della commissione da lui presieduta, seguendo le quali il Papa affermò che, almeno dal punto di vista della realtà storica, il caso Galileo era ormai un «doloroso malinteso», appartenente al passato. Ed aggiunse che «la serietà dell’informazione scientifica sarà così il miglior contributo che l’Accademia potrà apportare all’esatta formulazione e alla soluzione degli assillanti problemi ai quali la Chiesa […] ha il dovere di prestare attenzione: problemi che non concernono più soltanto l’astronomia, la fisica e la matematica, ma ugualmente discipline relativamente nuove, come la biologia e la biogenetica».

Queste parole di Giovanni Paolo II sintetizzano bene l’attività che la Pontificia Accademia delle Scienze ha svolto e continua a svolgere. Uno sguardo d’insieme, infatti, rivela che, al di là della diversità dei temi trattati, il filo conduttore è sempre stato la convinzione che l’attività scientifica, per potersi attribuire una valenza culturale e sociale, debba conservare e difendere alcuni valori fondamentali, come la dignità della persona umana, il rispetto per l’ambiente, il benessere della società, il mantenimento della pace mondiale. Così Paolo VI, nel discorso all’Accademia del 23 aprile 1966 sostenne la necessità di un «”umanesimo” nuovo, che permetta all’uomo moderno di ritrovare sé stesso, assumendo i valori superiori di amore, di amicizia, di preghiera e di contemplazione». Concetti ribaditi ed ampliati nell’enciclica, dell’anno successivo, Popolorum progressio, che portava all’attenzione di tutti il dramma del Terzo Mondo. Il tema della giustizia sociale e della pace nel mondo è stato toccato spesso anche da Giovanni Paolo II, il quale, nel rivolgersi agli accademici, ha sottolineato a più riprese come l’obiettivo degli scienziati sia quello di analizzare, secondo i metodi delle rispettive discipline, le cause culturali, economiche e politiche del sottosviluppo, cercando, al contempo, di indicare i modi, i tempi, le condizioni e i mezzi per intervenire. Lo stesso vale, naturalmente, per i conflitti armati ed in generale il tema della violenza e della guerra. I Pontefici, infatti, spesso attraverso gli interventi all’Accademia, sono tornati a ribadire – seguendo il monito di Benedetto XV alla fine della prima guerra mondiale – che «la scienza deve impegnarsi per la pace». Sempre in questa direzione si muovono i vari incontri e convegni che l’Accademia ha dedicato al problema delle risorse energetiche, problema che è strettamente connesso a quello dello sfruttamento delle risorse e, quindi, della fame nel mondo. In alcuni casi, i risultati di questa attività di ricerca e riflessione sono stati pubblicati sottoforma di relazioni e inviati ai governi di tutto il mondo, come è avvenuto per la settimana di studio del 1984 “Energy for Survival and Development”.

Alla riflessione sulle tematiche sociali ed ambientali, l’Accademia ha sempre affiancato un’articolata indagine sull’essere umano, sia riguardo le sue origini ed il suo posto nell’universo, che riguardo la sua natura biologica e culturale. Con la sua stessa esistenza, la Pontificia Accademia delle Scienze esprime in fondo, attraverso la propria specifica attività di ricerca, l’atteggiamento positivo e fiducioso della Chiesa nei confronti delle nuove scoperte in ambito cosmologico, biologico, genetico e neurofisiologico che hanno segnato la vicenda scientifica di quest’ultimo secolo.

Da punto di vista storico, non sono pochi i discorsi o messaggi alla Pontificia Accademia delle Scienze ad aver esercitato un certo impatto anche sui media. Si può ricordare, oltre al già citato discorso di Giovanni Paolo II nel quale chiedeva nel 1979 un approfondimento della vicenda di Galileo, il discorso di Pio XII del 22 novembre del 1951, durante il quale il Pontefice si espresse con entusiasmo ne riguardi della teoria del Big Bang, segnalando un parallelo con la fede cristiana nella creazione, un entusiasmo che risultò poi mitigato e meglio precisato in alcuni discorsi successivi O anche il messaggio del 22 ottobre 1996, con il quale Giovanni Paolo II affermava che l’evoluzione biologica non andava più considerata come una semplice ipotesi, bensì come una teoria consistente della quale i filosofi e i teologi erano invitati a tenere conto.

Nella sezione di Documentazione Generale, il Portale di Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede ospita on line un certo numero di discorsi di particolare rilievo, nella sottosezione dedicata alMagistero della Chiesa e in quella relativa agli insegnamenti di Giovanni Paolo II.

L’attività dell’Accademia si è sovente orientata anche verso ambiti di ricerca che hanno anticipato problematiche oggi molto attuali. Ne è un esempio l’incontro su “Brain and Conscious Experience”, organizzato nel 1964 dall’Accademico e Premio Nobel Sir. John Eccles, con l’obiettivo di riflettere sul rapporto tra mente e cervello, alla luce del fatto che – come disse Paolo VI nel suo discorso agli accademici – pare esservi una «stretta connessione esistente tra i meccanismi cerebrali, quali risultano dai dati della sperimentazione, e i processi superiori, che interessano l’attività spirituale dell’anima». Da allora l’Accademia ha continuato a promuovere la ricerca in vari settori delle neuroscienze, dedicando vari incontri ad argomenti specifici. Grande attenzione, naturalmente, è stata rivolta, fin dall’inizio degli anni ’90, a due tematiche estremamente importanti e delicate come le cellule staminali e il genoma umano. Oltre a promuovere vari incontri di ricerca e riflessioni sull’aspetto scientifico, l’Accademia è stata il luogo dal quale, i Pontefici hanno messo anche in guardia sui rischi legati ad un uso della genetica che non tenga conto del valore fondamentale della vita e del rispetto della persona umana. Preoccupazione che ha indotto Giovanni Paolo II a fondare, nel 1994, la Pontificia Accademia per la Vita, con lo scopo di studiare le questioni e i problemi connessi con la promozione e la difesa della vita umana.

I Papi e la scienza nell’epoca contemporanea offre una panoramica sulla molteplice e complessa attività della Pontificia Accademia delle Scienze, che, in più cinquant’anni di esistenza, oltre alle questioni fondamentali del rapporto tra Chiesa e mondo scientifico, ha toccato anche una vastissima gamma di temi “minori”, connessi ai diversi ambiti della ricerca. Tra questi, si possono menzionare, ad esempio: le malattie tropicali, l’allattamento al seno, la lotta al cancro, la presenza umana nello spazio, l’accuratezza e la predizione nelle scienze, problemi legati all’educazione scientifica e al valore umanistico della scienza.

La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, della quale il volume raccoglie un numero assai minore di discorsi a motivo della sua più recente fondazione, ha lavorato su quattro problematiche principali: lavoro ed occupazione, democrazia, globalizzazione e solidarietà intergenerazionale. Anche gli incontri organizzati da questa Istituzione hanno toccato temi di viva attualità , quali ad esempio “Il concetto di persona nelle scienze sociali” e “Il bene comune, solidarietà e sussidiarietà”. Dalla panoramica emerge chiaramente come sia la Pontificia Accademia delle Scienze, che la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali siano aperte a molte forme di collaborazione con altre accademie, università, centri di ricerca, pubblici e privati, per confrontarsi con realtà diverse e condividere i risultati raggiunti.

Giacomo Foglietta