Giustizia e carità

Presentiamo di seguito alcuni passi sulla giustizia tratti dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa cattolica, pubblicato nel 2004 e curato dal Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace.

Il testo, nel suo complesso, si propone di raccogliere in forma unitaria, ordinata e sistematica gli insegnamenti della Chiesa cattolica su temi inerenti ai rapporti tra persona umana, Chiesa e società: il lavoro, la politica, la giustizia e la pace, i diritti fondamentali dell’uomo e della donna. Sino ad allora questi insegnamenti erano contenuti in Lettere Encicliche, Lettere Apostoliche, e vari discorsi dei Papi. Come si ricorderà dagli insegnamenti di Storia, il magistero dei pontefici iniziò a occuparsi in modo esplicito di dottrina sociale della Chiesa con l’esplosione della questione operaia. Dopo la Rerum Novarum (1891) di Leone XIII, seguirono nell’ordine Quadragesimo Anno (1931) di Pio XI, Populorum Progressio (1967) di Paolo VI, Laborem Exercens (1981), Sollicitudo Rei Socialis (1987) e Centesimus Annus (1991) di Giovanni Paolo XII. Ad esse seguiranno altre importanti encicliche sociali di Benedetto XVI e di Francesco, non incluse nel Compendio a motivo della sua data di pubblicazione.

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Ambrogio Lorenzetti, Allegoria ed Effetti del Buono e del Cattivo Governo (1338-1339)

Il Compendio definisce la giustizia come virtù morale cardinale, inserendola nel contesto dello sviluppo integrale della persona e del cammino spirituale specifico del cristiano (cfr. n. 201). Il cristiano vive nel mondo, e la giustizia è una virtù sociale vissuta dal cristiano nella relazione con gli altri uomini. Nella vita sociale, la giustizia si concepisce nei rapporti tra singoli (commutativa), nei rapporti tra il singolo e la società (distributiva), e nei rapporti tra il singolo e le leggi dello Stato (legale). Da questa distinzione classica derivano altre denominazioni di giustizia (ad esempio quella di giustizia sociale), che hanno assunto nel corso del tempo un’estensione globale. Ad esempio, i rapporti tra singolo e società e Stato hanno assunto una dimensione sovranazionale, o addirittura mondiale. La società può indicare tutta l’umanità nel suo complesso oppure una comunità locale di riferimento. Lo Stato può indicare lo stato nazionale e le sue leggi, ma anche le leggi locali o le leggi convenute dalla comunità internazionale degli Stati. La scala della questione ecologica, ad esempio, coinvolge il rapporto tra il singolo e l’umanità nel suo complesso, e coinvolge le leggi degli Stati di tutto il mondo (cfr. l’enciclica Laudato Si’, 2015, di Francesco).

La giustizia è un importante fattore nello sviluppo integrale della persona (cfr. n. 202), eppure, da sola, essa non può ordinare e presiedere al complesso delle relazioni umane (cfr. n. 203). Per essere un fattore autenticamente umanizzante la giustizia deve essere temperata e guidata dalla carità, cioè dallo stesso amore che Dio ha per l’uomo (cfr. nn. 205-206): la carità – declinata ad esempio come solidarietà e come ricerca del bene comune – richiede di superare l’idea di una giustizia formale autosufficiente, contrattualistica; evita anche di considerare raggiunta la giustizia sostanziale solo quando la giustizia formale venga corretta e integrata da criteri di efficienza o utilità. Per questo, solo un’idea di giustizia completata ed animata dalla carità è condizione per il raggiungimento della pace.

201 La giustizia è un valore, che si accompagna all'esercizio della corrispondente virtù morale cardinale.441 Secondo la sua più classica formulazione, « essa consiste nella costante e ferma volontà di dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto ».442 Dal punto di vista soggettivo la giustizia si traduce nell'atteggiamento determinato dalla volontà di riconoscere l'altro come persona, mentre, dal punto di vista oggettivo, essa costituisce il criterio determinante della moralità nell'ambito inter-soggettivo e sociale.443

Il Magistero sociale richiama al rispetto delle forme classiche della giustizia: quella commutativa, quella distributiva, quella legale.444 Un rilievo sempre maggiore ha in esso acquisito la giustizia sociale,445 che rappresenta un vero e proprio sviluppo della giustizia generale, regolatrice dei rapporti sociali in base al criterio dell'osservanza della legge. La giustizia sociale, esigenza connessa alla questione sociale, che oggi si manifesta in una dimensione mondiale, concerne gli aspetti sociali, politici ed economici e, soprattutto, la dimensione strutturale dei problemi e delle correlative soluzioni.446

202 La giustizia risulta particolarmente importante nel contesto attuale, in cui il valore della persona, della sua dignità e dei suoi diritti, al di là delle proclamazioni d'intenti, è seriamente minacciato dalla diffusa tendenza a ricorrere esclusivamente ai criteri dell'utilità e dell'avere. Anche la giustizia, sulla base di tali criteri, viene considerata in modo riduttivo, mentre acquista un più pieno e autentico significato nell'antropologia cristiana. La giustizia, infatti, non è una semplice convenzione umana, perché quello che è « giusto » non è originariamente determinato dalla legge, ma dall'identità profonda dell'essere umano.447

203 La piena verità sull'uomo permette di superare la visione contrattualistica della giustizia, che è visione limitata, e di aprire anche per la giustizia l'orizzonte della solidarietà e dell'amore: « Da sola, la giustizia non basta. Può anzi arrivare a negare se stessa, se non si apre a quella forza più profonda che è l'amore ».448 Al valore della giustizia, infatti, la dottrina sociale accosta quello della solidarietà, in quanto via privilegiata della pace. Se la pace è frutto della giustizia, « oggi si potrebbe dire, con la stessa esattezza e la stessa forza di ispirazione biblica (cf. Is 32,17; Gc 3,18): Opus solidaritatis pax, la pace come frutto della solidarietà ».449 Il traguardo della pace, infatti, « sarà certamente raggiunto con l'attuazione della giustizia sociale e internazionale, ma anche con la pratica delle virtù che favoriscono la convivenza e ci insegnano a vivere uniti, per costruire uniti, dando e ricevendo, una società nuova e un mondo migliore ».450

[…]

205 I valori della verità, della giustizia, della libertà nascono e si sviluppano dalla sorgente interiore della carità: la convivenza umana è ordinata, feconda di bene e rispondente alla dignità dell'uomo, quando si fonda sulla verità; si attua secondo giustizia, ossia nell'effettivo rispetto dei diritti e nel leale adempimento dei rispettivi doveri; è attuata nella libertà che si addice alla dignità degli uomini, spinti dalla loro stessa natura razionale ad assumersi la responsabilità del proprio operare; è vivificata dall'amore, che fa sentire come propri i bisogni e le esigenze altrui e rende sempre più intense la comunione dei valori spirituali e la sollecitudine per le necessità materiali.451 Questi valori costituiscono dei pilastri dai quali riceve solidità e consistenza l'edificio del vivere e dell'operare: sono valori che determinano la qualità di ogni azione e istituzione sociale.

206 La carità presuppone e trascende la giustizia: quest'ultima « deve trovare il suo completamento nella carità ».452 Se la giustizia è « di per sé idonea ad “arbitrare” tra gli uomini nella reciproca ripartizione dei beni oggettivi secondo l'equa misura, l'amore invece, e soltanto l'amore (anche quell'amore benigno, che chiamiamo “misericordia”), è capace di restituire l'uomo a se stesso ».453Non si possono regolare i rapporti umani unicamente con la misura della giustizia: « L'esperienza del passato e del nostro tempo dimostra che la giustizia da sola non basta e che, anzi, può condurre alla negazione e all'annientamento di se stessa... È stata appunto l'esperienza storica che, fra l'altro, ha portato a formulare l'asserzione: summum ius, summa iniuria ».454 La giustizia, infatti, « in ogni sfera dei rapporti interumani, deve subire, per così dire, una notevole “correzione” da parte di quell'amore, il quale – come proclama San Paolo – “è paziente” e “benigno” o, in altre parole, porta in sé i caratteri dell'amore misericordioso, tanto essenziali per il Vangelo e per il cristianesimo ».455

 

Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004.