Nella costituzione pastorale intitolata Gaudium et spes, il Concilio Vaticano II affrontava nel 1965 i temi di maggiore attualità nel rapporto fra la Chiesa e il mondo contemporaneo: l’autonomia delle attività umane, la società e la famiglia, la cultura, lo sviluppo dei popoli, le tensioni internazionali, le guerre… I Padri conciliari vollero inserire all’inizio del documento alcuni numeri di indole generale, come “premessa antropologica” a quanto si sarebbe poi sostenuto lungo le pagine della Costituzione. Era infatti necessario dichiarare prima quale “progetto di uomo” la Chiesa cattolica avesse ricevuto, cosa la rivelazione cristiana insegnasse sulla persona umana. Nei nn. 11-22 di Gaudium et spes viene così raccolto, con il titolo La dignità della persona umana, un conciso ma profondo riassunto di “antropologia cristiana”. I due numeri che qui di seguito riportiamo (nn. 15 e 16) espongono le basi bibliche, ma anche filosofiche, sulle quali si fondano la dignità dell’intelligenza e della coscienza morale umana.
15. Dignità dell'intelligenza, verità e saggezza
L'uomo ha ragione di ritenersi superiore a tutto l'universo delle cose, a motivo della sua intelligenza, con cui partecipa della luce della mente di Dio.
Con l'esercizio appassionato dell'ingegno lungo i secoli egli ha fatto certamente dei progressi nelle scienze empiriche, nelle tecniche e nelle discipline liberali. Nell'epoca nostra, poi, ha conseguito successi notevoli particolarmente nella investigazione e nel dominio del mondo materiale.
E tuttavia egli ha sempre cercato e trovato una verità più profonda.
L'intelligenza, infatti, non si restringe all'ambito dei soli fenomeni, ma può conquistare con vera certezza la realtà intelligibile, anche se, per conseguenza del peccato, si trova in parte oscurata e debilitata. Infine, la natura intelligente della persona umana può e deve raggiungere la perfezione. Questa mediante la sapienza attrae con dolcezza la mente a cercare e ad amare il vero e il bene; l'uomo che se ne nutre è condotto attraverso il visibile all'invisibile.
L'epoca nostra, più ancora che i secoli passati, ha bisogno di questa sapienza per umanizzare tutte le sue nuove scoperte. È in pericolo, di fatto, il futuro del mondo, a meno che non vengano suscitati uomini più saggi. Inoltre va notato come molte nazioni, economicamente più povere rispetto ad altre, ma più ricche di saggezza, potranno aiutare potentemente le altre.
Col dono, poi, dello Spirito Santo, l'uomo può arrivare nella fede a contemplare e a gustare il mistero del piano divino [1].
16. Dignità della coscienza morale
Nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire. Questa voce, che lo chiama sempre ad amare, a fare il bene e a fuggire il male, al momento opportuno risuona nell'intimità del cuore: fa questo, evita quest'altro.
L'uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al cuore; obbedire è la dignità stessa dell'uomo, e secondo questa egli sarà giudicato [2]. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell'uomo,dove egli è solo con Dio, la cui voce risuona nell'intimità [3].
Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge che trova il suo compimento nell'amore di Dio e del prossimo [4]. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità e per risolvere secondo verità numerosi problemi morali, che sorgono tanto nella vita privata quanto in quella sociale. Quanto più, dunque, prevale la coscienza retta, tanto più le persone e i gruppi si allontanano dal cieco arbitrio e si sforzano di conformarsi alle norme oggettive della moralità. Tuttavia succede non di rado che la coscienza sia erronea per ignoranza invincibile, senza che per questo essa perda la sua dignità.
Ma ciò non si può dire quando l'uomo poco si cura di cercare la verità e il bene, e quando la coscienza diventa quasi cieca in seguito all'abitudine del peccato.
[1] Cf. Sir 17,7-8.
[2] Cf. Rm 2,14-16.
[3] Cf. PIO XII, Messaggio radiofonico sulla retta formazione della coscienza cristiana nei giovani, La famiglia è la culla, 23 marzo 1952: AAS 44 (1952), p. 271.
[4] Cf. Mt 22,37-40; Gal 5,14.
Concilio Vaticano II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, nn. 15-16.
L'opera riprodotta nella fotografia è stata realizzata dall’Atelier d’Arte e Architettura del Centro Aletti (www.centroaletti.com).