Rabindranath Tagore (Calcutta 1861 - Śānti Niketan, Bolpur, 1941) è una delle figure più note della cultura indiana contemporanea. Poeta, drammaturgo, musicista e filosofo, nelle sue liriche viene espresso con profondità un sentimento di armonia universale. Le sue principali raccolte, tradotte in inglese, gli valgono il premio Nobel per la letteratura (1913). La sua poesia raggiunge dunque il pubblico mondiale attraverso numerose traduzioni, così come i suoi drammi e i suoi romanzi. Attivo anche come saggista su tematiche sociali e politiche, il suo inno Jana Gana Mana (1912) è diventato l'inno nazionale indiano. Nella poesia qui riportata, Tagore esprime con delicatezza lo stupore e la gratitudine di una madre che riceve il proprio figlio come un dono. La dimensione esistenziale della maternità si proietta come un'esperienza antropologica di valore universale.
Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo
e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio.
Tu eri nelle bambole della mia infanzia,
in tutte le mie speranze,
in tutti i miei amori, nella mia vita,
nella vita di mia madre,
tu hai vissuto.
Lo Spirito immortale che presiede nella nostra casa
ti ha cullato nel Suo seno in ogni tempo,
e mentre contemplo il tuo viso,
l’onda del mistero mi sommerge
perché tu che appartieni a tutti,
tu mi sei stato donato.
E per paura che tu fugga via
ti tengo stretto nel mio cuore.
Quale magia ha dunque affidato il tesoro
del mondo nelle mie esili braccia?