L'Arca di Noè è un’immagine a tutti familiare. Il pensiero va subito ad una sorta di bioparco galleggiante, che trasporta attraverso le acque una gran quantità di animali delle specie più diverse. Ma di che viaggio si tratta? E cosa avrebbe mai causato questo “diluvio universale” dal quale l’Arca e i suoi abitanti cercano di difendersi? La narrazione consegnataci dalla Bibbia, di cui Noè e la sua famiglia sono i protagonisti, sembra ricordare alcuni miti già presenti nella cultura indoeuropea. Potrebbe esserci un rapporto con la fine dell’ultima grande glaciazione che fra il 12.000 e il 10.000 a.C. interessò le zone settentrionali del pianeta, oggi di clima temperato. La scomparsa dei ghiacci, che implicò un grande innalzamento delle acque allora presenti, consentì il graduale successivo recupero di superficie asciutta, permettendo la nascita dell’agricoltura e lo sviluppo delle grandi civiltà del neolitico, fino alla comparsa delle grandi religioni dell’antichità. La narrazione biblica sembra dunque intercettare uno snodo importante della storia del genere umano e servirsi di esso come spunto per trasmettere uno specifico messaggio religioso. La sostanza di questo messaggio è che l’umanità, ormai vittima di una corruzione dilagante, non è più in grado di realizzare il piano divino di popolare la terra nella pace e di vivere in armonia con il creato. Dio chiederà allora ad un uomo, Noè, di generare una “nuova umanità”, come capostipite di un mondo rinnovato. Come accade in altre pagine della Bibbia, anche per la storia di Noè la Parola di Dio si serve del linguaggio del mito e di quadri allegorici allo scopo di trasmettere qualcosa che sappia resistere al tempo, qualcosa che anche i lettori contemporanei possano comprendere.
Alla vicenda di Noè il Libro della Genesi dedica ben quattro capitoli, dal cap. 6 al cap. 9. La corruzione, la violenza e il male contagiano tutta la terra. Solo Noè e la sua famiglia sono rimasti giusti di fronte a Dio. Leggiamo nella Bibbia:
Il Signore vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che ogni intimo intento del loro cuore non era altro che male, sempre. Il Signore si pentì di aver fatto l'uomo sulla terra e se ne addolorò in cuor suo. Il Signore disse: “Cancellerò dalla faccia della terra l'uomo che ho creato e, con l'uomo, anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché sono pentito di averli fatti”. Ma Noè trovò grazia agli occhi del Signore. […] Noè era uomo giusto e integro tra i suoi contemporanei e camminava con Dio (Genesi, 6,5-9).
Il giudizio divino è che un diluvio, originato da una pioggia torrenziale protrattasi per 40 giorni e 40 notti, dovesse pertanto cancellare ogni vivente dalla faccia della terra. Eppure, dalla rettitudine di un solo essere umano dipenderà la salvezza dell’intera umanità. Noè, sua moglie, i suoi tre figli – Sem, Cam e Jafet – e le loro mogli, consentiranno di generare una nuova umanità e salvare dal diluvio ogni forma di vita, ogni specie di animali. Grazie al Patriarca e alla sua famiglia, la creazione potrà riprendere, purificata, il suo corso, secondo i piani originariamente voluti dal Creatore. La bontà e la bellezza della creazione non andranno perse per colpa degli uomini e della loro corruzione.
Su mandato esplicito di Dio, Noè e i suoi familiari cominciano a costruire una grande Arca nella quale accogliere i futuri superstiti. Il loro lavoro suscita però la derisione e le beffe dei loro contemporanei, che assistono stupiti a quanto essi realizzano. Il diluvio giungerà inesorabile, mentre la famiglia di Noè e le coppie delle diverse specie animali troveranno rifugio nell’Arca. Fuori dell’Arca nessuno sopravvivrà al diluvio. Una volta ritiratesi le acque dopo il cessare delle piogge e 150 lunghi giorni di attesa, l’Arca potrà approdare sulla terraferma, traendo in salvo tutti i suoi abitanti. Dio stabilirà con Noè e i suoi discendenti una nuova solenne alleanza. Si riparte. Dio promette la sua misericordia e la sua protezione sul creato; Noè e la sua discendenza promettono una vita santa, impegnandosi a camminare secondo la volontà di Dio. La biodiversità della natura è salva e la vita intera riprende il suo corso:
Dio benedisse Noè e i suoi figli e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite la terra. […] Ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con i vostri discendenti dopo di voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, bestiame e animali selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca, con tutti gli animali della terra. Io stabilisco la mia alleanza con voi: non sarà più distrutta alcuna carne dalle acque del diluvio, né il diluvio devasterà più la terra” (Genesi 9,1.9-11).
A sancire questa alleanza fra Dio e l’uomo, fra l’uomo e l’intera creazione, sarà l’arcobaleno, i cui colori, facendosi strada fra le nubi, ricorderanno la Provvidenza di Dio e la sua volontà di custodire la vita. E il Creatore afferma:
Questo è il segno dell'alleanza, che io pongo tra me e voi e ogni essere vivente che è con voi, per tutte le generazioni future. Pongo il mio arco sulle nubi, perché sia il segno dell'alleanza tra me e la terra. Quando ammasserò le nubi sulla terra e apparirà l'arco sulle nubi, ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e ogni essere che vive in ogni carne, e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L'arco sarà sulle nubi, e io lo guarderò per ricordare l'alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terra (Genesi 9,12-16).
Fin qui la storia di Noè, il patriarca scelto per “far ripartire” il genere umano. Ma come leggere questa vicenda? Cosa può oggi dire a noi, abitanti del XXI secolo? Evidentemente, il testo biblico non va letto pensando di acquisirne conoscenze di ambito scientifico o storico in senso stretto. Il diluvio non poteva essere “universale” in senso geografico, né era materialmente possibile che quattro uomini e tre donne costruissero una nave adatta a raccogliervi tutte le specie viventi facendole confluire da tutto il pianeta… Il messaggio che ci giunge attraverso la vicenda di Noè ci trasmette contenuti che riguardano i rapporti fra Dio e gli esseri umani: la necessità di evitare il male e seguire il bene, il valore della vita, la cura per ogni essere vivente e per il creato in genere.
La vicenda di Noè insegna chela corruzione e il dilagare del male possono condurre alla distruzione del genere umano, anche se a prima vista tutto sembra continuare come sempre. Chi ascolta una chiamata da parte di Dio deve avere, come Noè, il coraggio di metterla in pratica, anche se ciò implica andare controcorrente e divenire oggetto di scherno; anche se i più continueranno a vivere come hanno sempre vissuto, lasciandosi portare dall’inerzia e seguendo l’abitudine della massa, senza accorgersi che potrebbero esserci cambiamenti, anche epocali, che vanno riconosciuti e reclamano azioni concrete. Potrebbe forse accadere che qualche importante personalità morale, come Noè, cerchi anche oggi di svegliare dal torpore i suoi contemporanei, magari esortando a scelte di vita buona, anche se la gran maggioranza degli esseri umani potrebbe non preoccuparsene.
l simbolo dell’Arca ci dice che la vita è un bene che va custodito e preservato; essa va difesa dal male e da quelle forze della natura che potrebbero minacciarla. È un bene la biodiversità di tutte le creature che
popolano la terra;è un bene ciò che facciamo per conservarle. L’ingegno umano, come quello di Noè, può affrontare i problemi del proprio tempo e cercare di risolverli, anche grazie al progresso tecnico e scientifico. Fra l’essere umano e la natura deve instaurarsi un’alleanza della quale il Creatore è garante, perché il cosmo, la natura e il genere umano sono fra loro solidali. Chi crede che nel fondamento del mondo vi sia un Creatore, sa che Egli non sopporta la violenza, la corruzione e il male. Come Noè è capace di generare un’umanità nuova mediante la sua fedeltà e il suo lavoro, così ciascuno di noi può dare origine a novità importanti nella vita: dall’ascolto della Parola di Dio e dal proprio lavoro ben fatto, anche se non costruiamo navi, può derivare un gran bene per molte persone.
Infine, l’Arca di Noè e la narrazione del diluvio di cui ci parlala Bibbia ebraica, sono stati riletti dal cristianesimo come figura di una salvezza recataci da Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo. Le acque del diluvio sono le acque del battesimo cristiano, nel quale muore l’uomo vecchio e viene generato l’uomo nuovo, figlio di Dio per opera dello Spirito. Noè stesso è figura di Cristo, perché dal comportamento retto di uno solo ne deriverà la salvezza di tutti. La pace e l’alleanza stabilite al termine del diluvio sono figure dell’era messianica, dei cieli nuovi e della terra nuova in cui ogni creatura, liberata dalla corruzione e dalla morte, potrà partecipare del riposo glorioso del Creatore. Cosa fare di fronte al ritorno della malvagità e della corruzione, purtroppo sempre presenti nella società umana? L’economia salvifica cristiana ci dice che non si deve più reagire invocando nuovi diluvi e punizioni dal Cielo, ma, con parole di san Paolo, “vincere il male con il bene”, costruendo nel bene ed esercitando il perdono quale condizione necessaria per ottenere il perdono di Dio.