Il servizio filmato realizzato da Aleteia.org offre un’efficace sintesi della vicenda che coinvolse Galileo Galilei a partire dal decreto del sant’Uffizio contro il copernicanesimo (1616) e dalla successiva condanna delle tesi esposte nel Dialogo sui due massimi sistemi del mondo (1632), fino al “riesame” del caso, voluto da Giovanni Paolo II soprattutto per motivi di indole pastorale. In realtà non si dovrebbe parlare di una “riabilitazione”, in quanto l’accettazione delle tesi eliocentriche da parte del sant’Uffizio datava quasi due secoli prima e la Chiesa cattolica aveva già chiarito in numerose circostanze le incomprensioni occorse e gli errori fatti da ambo le parti. La richiesta che Giovanni Paolo II espresse nel 1979 di formare una commissione nella quale mettere nuovamente al lavoro storici, uomini di scienza, teologi e biblisti, ebbe il merito, nonostante alcune difficoltà incontrate, di riportare all’attenzione dell’opinione pubblica la comune volontà di superare le incomprensioni del passato, procedendo ad una loro nuova, ulteriore contestualizzazione storica. I risultati della commissione di studio furono presentati a Giovanni Paolo II 13 anni più tardi, nel 1992. Fra gli intervistati, il sottosegretario del Pontificio Consiglio della Cultura, mons. Melchor Sánchez de Toca, spiega che Galileo non fu etichettato come “eretico”; l’accusa mossa nei suoi confronti fu quella di “sospetto di eresia” per aver difeso una dottrina ritenuta, allora, contraria alle parole della sacra Scrittura, accusa alla quale venne affiancato anche il sospetto che egli avesse ottenuto in maniera non del tutto lecita l’imprimatur per la pubblicazione del Dialogo sopra i due massimi sistemi. Guy Consolmagno, astronomo e direttore della Specola Vaticana, fornisce un’ulteriore chiave di lettura per comprendere il “caso Galileo”: il caso, balzato all’attenzione dell’opinione pubblica assai dopo lo svolgersi degli avvenimenti, si muoverebbe sul binario di un falso mito, diffuso durante l’Illuminismo, secondo il quale fra la Chiesa e la scienza esisterebbe una costante e insanabile opposizione, mentre la realtà storica è piuttosto quella che la scienza sperimentale si sviluppò nell’epoca moderna proprio a partire dalla cultura cristiana. Il motivo per cui Giovanni Paolo II chiese l’istituzione di una commissione che riesaminasse il caso fu quello di risanare una ferita, purificare la memoria, chiedere scusa per gli errori che degli uomini di Chiesa commisero nei confronti di Galileo. Muovendosi al di là del caso specifico, il “riesame” della vicenda, se si vuole conservare questa espressione, doveva in qualche modo servire a ricucire i rapporti tra scienza e teologia.
Si ringrazia Aleteia.org: Rete Globale Cattolica (www.aleteia.org) per aver concesso l’autorizzazione a riprodurre il video.
Il Decreto del 1616 sul Copernicanesimo, di Rafael Martinez
Riabilitazione, un termine inadatto, di Nicola Dallaporta
Giovanni Paolo II e Galileo Galilei, di Giuseppe Tanzella-Nitti