Il dott. William T. Newsome apre il filmato con una sorprendente affermazione: un eventuale trapianto di cervello sarebbe l’unico trapianto in cui il soggetto che lo subisce sarebbe in realtà il “donatore". Ricevere un cuore o un rene, infatti, non mette in discussione l’identità del paziente, ma ricevere un cervello è un’altra cosa: il cervello è la sede dei processi cognitivi e della memoria e gioca un ruolo centrale per l’identità personale. Di qui, l’attenzione si sposta sul “cervello sintetico”, vale a dire un ipotetico cervello tecnologico, e non biologico, fatto di neuroni artificiali. Sostituire un neurone naturale con un neurone artificiale cambierebbe la propria identità? Probabilmente no, perché si armonizzerebbe con la struttura generale pre-esistente. E sostituirli tutti, uno alla volta? Il dott. Newsome sostiene che non la cambierebbe ugualmente. La risposta potrebbe sembrare sorprendente, ma il punto, per capirla appieno, è che, sostituendoli uno alla volta, ogni “nuovo” neurone artificiale avrebbe modo di integrarsi con la rete pre-esistente, di fatto venendo inglobato nel sistema complessivo. Ciò fa capire che oltre e al di là della biologia dei neuroni e degli adattamenti che avvengono fra loro, il corpo umano nel suo insieme, tutte le sue facoltà e funzioni, sono una rete, un sistema complessivo, una "forma" individuale direbbe la filosofia, un "io" direbbe la psicologia, che sembra trascendere il piano dei fenomeni biologici a livello neurale.
Titolo originale: Synthetic Brains and Identity
Il video è stato prodotto dalla American Association for the Advancement of Science (AAAS), all’interno del Progetto Dialogue on Science, Ethics and Religion (DoSER). I sottotitoli in lingua italiana sono a cura del Centro di ricerca DISF. Si ringraziano il Progetto DoSER (https://www.aaas.org/programs/dialogue-science-ethics-and-religion) per la gentile concessione della sua riproduzione all’interno di DISF-Educational e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per il sostegno al programma di traduzione
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