La mente umana è predisposta al pensiero religioso?

regia di Nathan Clarke, prodotto da David Buller

Gli studiosi delle religioni hanno da tempo notato come alcuni elementi di base del lessico religioso siano presenti in numerose culture umane, se non proprio in tutte. In particolare, la credenza in qualche tipo di Essere Superiore, Sovrannaturale è pressoché universale, così come alcuni comportamenti messi in atto dagli esseri umani per relazionarsi con tale entità.

Da tempo dunque molti studiosi sono convinti che possa esistere, nella mente umana, una certa predisposizione al pensiero religioso, e che vi siano delle dinamiche universali nel modo in cui gli uomini elaborano i fenomeni religiosi. Negli ultimi anni è sorta una nuova branca di studi, le scienze cognitive della religione, che si è posta come principale obiettivo quello di studiare l’espressione religiosa tramite i metodi tipici delle scienze cognitive.

Lo psicologo Justin Barrett spiega i concetti e le idee alla base di questa branca del sapere, e introduce alcune delle sue teorie fondamentali. Afferma che, nonostante la grande varietà di espressioni religiose nelle differenti culture, deve esistere qualche elemento di raccordo tra l’espressione culturale e la mente umana, che possa spiegare perché alcune caratteristiche del pensiero religioso e della prassi che lo accampagna siano così ampiamente diffuse nel tempo e nello spazio. Alcuni studiosi hanno dimostrato che gli uomini tendono istintivamente, fin da bambini, a identificare degli scopi, dei progetti, un finalismo che governi le cose, e sono pertanto naturalmente inclini a possedere un pensiero religioso, che riconosce il proprio vissuto regolato dall'esistenza di finalismi. Su questa base si differenzierebbero poi le diverse prassi dell'esperienza religiosa, come noi le conosciamo nelel diverse culture di appartenenza.

Titolo originale Is the Human Mind Predisposed to Religious Thought?

Il video è stato prodotto dalla American Association for the Advancement of Science (AAAS), all’interno del Progetto Dialogue on Science, Ethics and Religion (DoSER). I sottotitoli in lingua italiana sono a cura del Centro di ricerca DISF. Si ringraziano il Progetto DoSER (https://www.aaas.org/programs/dialogue-science-ethics-and-religion) per la gentile concessione della sua riproduzione all’interno di DISF-Educational e la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per il sostegno al programma di traduzione