La preghiera di Flamel documenta lo spirito che animava le attività delle prime scuole naturalistiche che si occupavano di alchimia. L’alchimista tenta di emulare le operazioni attraverso le quali il “Tecnico Supremo” provoca le trasformazioni della materia, del quale l’uomo sarebbe, di conseguenza, un degno apprendista. Di interesse anche per coloro che non condividono la fede nel Dio dei cristiani, essa rivela un percorso mistico di elevazione personale. Il termine Dio può essere qui inteso come il riferimento a valori oggettivi che l’uomo deve riconoscere, rispettare e coltivare, e che si potrebbero leggere sulle basi del platonismo presente in tali scuole. Sotto il principio che esistano dei valori di giustizia, verità e bellezza, l’alchimia suggerisce che le operazioni pratiche della scienza e della tecnologia debbano richiedere un totale coinvolgimento personale dell’operatore, che di quelle operazioni riconosce la dimensione immanente (crescita personale), ma anche quella sociale ed etica; esse, infatti, avvengono parallelamente ad un processo di rinuncia al proprio ego per rendersi disponibile ad ideali altruistici più nobili.
Il testo della preghiera qui proposto è quello presentato da Giuseppe Del Re (1932-2009) nella voce Alchimia del Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede, ed è tratta dai commenti, in latino e francese, che lo stesso Flamel appose al suo Libro delle figure geroglifiche.
«Dio onnipotente ed eterno, Padre di luce celestiale, da cui vengono come un dono tutte le cose buone e perfette, ti preghiamo nella tua infinita misericordia perché possiamo conoscere la tua infinita saggezza, attraverso la quale tutte le cose vengono create, governate e conservate. Lascia che essa ci accompagni passo dopo passo nelle nostre operazioni, così che, per mezzo del suo spirito, noi possiamo trovare la vera conoscenza ed il giusto metodo di questa nobile Arte, che è la miracolosa pietra della saggezza, che tu nascondesti al mondo e che a volte riveli ai tuoi eletti. Consentici di iniziare correttamente i nostri primi passi, affinché possiamo continuare con costanza il nostro lavoro, ed affinché lo possiamo completare in maniera benedetta e goderne con eterna gioia, attraverso la miracolosa pietra angolare, costituita prima dell’inizio dei tempi».
G. del Re, Alchimia, in “Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede”, a cura di G. Tanzella-Nitti e A. Strumia, Città Nuova - Urbaniana University Press, Roma 2002, p. 53.
Per le edizioni contemporanee del Libro dei Geroglifici:
N. Flamel, Le livre des figures hiéroglyphiques, Planète, Paris 1971.
Il Filo di Arianna. 42 trattati di Alchimia dall’antichità al XVIII secolo scelti e tradotti da Sabina e Rosario Piccolini, Mimesis, Milano 2001.