«Se una porzione piccolissima dell’esteriorità dell’uomo è tanto bella e colpisce tanto chi la guarda, quali bellezze vedremmo, quali diletti ricaveremmo, se potessimo vedere la macchina umana nella sua interezza, e l’anima, a cui obbediscono tanti e tanto raffinati strumenti, e la dipendenza di tutto ciò da una causa che conosce tutto quello che noi ignoriamo? Bello è ciò che si vede, più bello ciò che si sa; ma tanto più bello ciò che ignoriamo»
Nicolò Stenone, Proemium demonstrationum anatomicarum in Theatro Hafniensi (1673)