Molti dicono: ma come si fa a vivere, lassù sulla Luna dove non c’è aria né acqua né niente di ciò di cui abbiamo bisogno per vivere? Si fa come dentro un aereo, rispondo, dove mangiamo la nostra bistecca, beviamo il nostro champagne, siamo assistiti da una hostess graziosa. Una volta fornito l’involucro terrestre, l’uomo può vivere ovunque. E lo farà. Ci abitueremo alla Luna come ci siamo abituati agli aerei e il vecchio discorso che l’uomo è fatto per star sulla Terra non vale più. L’uomo è fatto per stare in qualsiasi posto vuol stare e per andare in qualsiasi posto vuole andare.
E allora vien lecito chiedersi dove ci porterà questo andare, dottor von Braun. Come un bambino curioso la scienza va avanti, scopre cose che non sapevamo, provoca cose che non immaginavamo: ma come un bambino incosciente non si chiede mai se ciò che fa è bene o è male. Dove ci porterà questo andare?
«Molto lontano: come ci hanno portato lontano le scoperte di nuovi mari, di nuovi continenti, la colonizzazione di nuovi paesi. E se questo ci porterà al bene o al male nessuno può prevederlo. Fino a oggi l’uomo non ha fatto che provocare un mucchio di infelicità: ma proprio attraverso quelle infelicità l’uomo è avanzato e al posto delle civiltà distrutte ne ha sempre costruite di nuove. Così io non credo che ciò che facciamo sia male. Gli uomini devon andare sempre più lontano, devono allargare i loro spazi e i loro interessi: questa è la volontà di Dio. Se Dio non volesse non ci avrebbe dato il talento e la possibilità di avanzare, mutare. Se Dio non volesse, ci fermerebbe. Sì che son religioso. Guardi, ho conosciuto molti scienziati e non ho mai conosciuto uno scienziato degno di questo nome che riuscisse a spiegar la natura senza la nozione di Dio. La scienza cerca di capire la creazione ma la religione cerca di capire il Creatore e nessuno può fare a meno di cercar di capire il Creatore. È un ben povero scienziato colui che si illude di poter fare a meno della religione e di Dio: uno scienziato che sfiora la superficie e non guarda nel fondo. Io tento di guardare nel fondo e ci vedo del bene...»
Loro, invece, guardarono nel fondo e ci videro i due iugoslavi. Sollevarono leggeri il coperchio che a me sembrava tanto pesante, poi si affacciarono al pozzo e ci videro i due iugoslavi. Io e la mamma capimmo che li avevan trovati per il modo in cui i tedeschi ridevano. Non dimenticherò mai, dottor von Braun, mai finché vivo, il modo in cui i tedeschi ridevano quando videro i due iugoslavi. Ridevano a gole spalancate, pazzi di divertimento, uno aveva lasciato andare il mitra e si reggeva la pancia pel ridere. Anche i due iugoslavi, dottor von Braun, credevano in Dio. Quello più anziano una volta aveva avuto una gran discussione col babbo e gli aveva detto proprio così: che non si può spiegar la natura senza la nozione di Dio. E dicevano che Dio è buono e sta dalla parte dei buoni, che se Dio non volesse ci fermerebbe eccetera. Ma Dio non fermò quei tedeschi che puntarono i mitra verso il fondo del pozzo e ordinarono ai due iugoslavi di tornare su. Dio gli lasciò fare tutto, a quei tedeschi, e cosi i due iugoslavi tornarono su, arrampicandosi ai mattoni sporgenti che funzionavano a mo’ di scala, raccomandandosi a Dio perché Dio non li facesse ammazzare: ma Dio non li udì e i tedeschi se li portarono via, insieme al loro odor di limone.
«...ci vedo dell’etica. Due stimoli sono necessari all’uomo per accettar l’etica: uno è il credere nel Giudizio Universale quando ciascuno di noi dovrà dire a Dio come usò sulla Terra il dono prezioso della vita, l’altro è il credere nell’immortalità cioè la continuazione della nostra esistenza spirituale dopo la morte. Poiché abbiamo un’anima...»
Oltre all’anima i due iugoslavi avevano anche un tubetto di esplosivo: che avevano dimenticato di abbandonare nel pozzo. Era un tubetto poco più grande di un mozzicone di candela e me l’avevano rubato dal tombino dove l’avevo nascosto. Glielo trovarono in tasca al più anziano, si seppe, e il giorno dopo tutti e due erano su un vagone piombato che li portava in Germania e dalla Germania non ritornarono più vero, papà?
«...abbiamo una coscienza e sappiamo che niente della natura può sparire senza lasciar traccia. La natura non conosca estinzione, conosce solo la trasformazione: se Dio applica il suo principio fondamentale a tutto l’universo, e lo applica non v’è dubbio che l’immortalità esiste. E in questa coscienza dell’immortalità noi lavoriamo, soggetti all’eterno ciclo della vita e della morte, vero legame tra il passato e il futuro. Il futuro delle generazioni a venire dipende da ciò che noi oggi scopriamo, convinti di fare il bene, con l’aiuto di Dio. Spero d’essere stato chiaro».
«Chiarissimo, dottor von Braun. Chiarissimo».
«Sono trentotto minuti, otto più del previsto» disse Slattery.
«Ora devo andarmene» disse von Braun.
«È stato interessante» dissi io.
«Molto interessante» disse Slattery.
«II futuro è sempre interessante » disse von Braun.
«Più del passato» dissi io.
«Molto più del passato» disse Slattery.
«Ovvio» disse von Braun. E se ne andò.
da O. Fallaci, Se il sole muore, Rizzoli, Milano 1981, pp. 300-302.