Medico chirurgo, fisiologo e biologo francese. Laureato in scienze e medicina, lavorò negli ospedali di Lione dal 1896 al 1902, anno della sua conversione al cattolicesimo, che gli causò problemi nell'ambiente positivista dell'epoca. Trasferitosi in Canada decise di occuparsi di allevamenti animali; il contatto con ricercatori americani lo riportò però alla ricerca scientifica, dapprima a Chicago e poi, grazie all'interesse di Cushing e Flexner, a New York, dove si stava avviando la Fondazione Rockefeller, e dove, dal 1912, dirigerà il reparto di chirurgia sperimentale.
Nel 1912, i suoi lavori sulla sutura dei vasi sanguigni sezionati e la coltura a lunga scadenza di tessuti viventi trasportati fuori del loro ambiente gli valsero il Premio Nobel. Modificò e perfeziono la coltivazione dei tessuti “in vitro” scoperta da Harrison e riuscì, fra l'altro, a far vivere in laboratorio un cuore di pollo per 27 anni.
Durante la Guerra del 1914-18, abbandonò le sue ricerche per organizzare gli ospedali e rinnovò totalmente i metodi antisettici, in collaborazione con il dott. Dakin. Dopo la prima guerra mondiale tornò negli Stati Uniti dove compì importanti ricerche sul cancro. Poco dopo, il grande pilota Charles Lindbergh, appassionato per l'opera del dott. Carrel, si mise a sua disposizione per la parte tecnica riguardante la fabbricazione degli apparecchi per i suoi lavori. I due riuscirono a far vivere degli organi completamente isolati dal loro organismo.
Nel 1935 pubblicò il libro che lo rese celebre non solo come scienziato: Man, the unknown. Analizzando l'uomo, egli constatava che lo si era quasi soppresso nella sua originalità irriducibile, a forza di dividerlo in compartimenti, e concludeva auspicando una “ricostruzione dell'uomo”.
Nel 1936 viene nominato membro della rinnovata Pontificia Accademia delle Scienze. Nel 1941 rientrò in Francia, dove poco dopo pubblicò un nuovo libro intitolato La prière, opera nella quale egli completava il suo pensiero : “L'uomo — egli scrive — ha bisogno di Dio come ha bisogno d'acqua e di ossigeno”.
L'episodio della conversione di Carrel è narrato autobiograficamente in un racconto breve e di gradevole lettura, pubblicato dopo la sua morte con il titolo Viaggio a Lourdes . La conversione del dott. Carrel avvenne infatti in seguito alla guarigione miracolosa di una giovane malata di peritonite tubercolare avvenuta a Lordes, dove lui si era recato come medico accompagnatore per sostituire un collega. Con una grande onestà intellettuale egli prende in considerazione, come scienziato e come uomo, quell'avvenimento particolare sia sul piano umano che sul piano più strettamente culturale. Di qui nacque un ripensamento sulla scienza, rimasta comunque la vocazione della sua vita, che a partire da quel momento visse con un atteggiamento di apertura all'imprevidibilità della realtà, libera da schemi troppo codificati (“osservare è meno facile che ragionare” dirà). Dovere della scienza è, infatti, non respingere i dati della realtà solo perché sembrano straordinari ed essa è impotente a spiegarli.
La testimonianza di Carrel è di grande interesse, oltre che per la singolarità della sua esperienza, anche dal punto di vista del percorso razionale compiuto in conseguenza di quell'episodio. Egli partiva da una visione riduttiva della razionalità, come quella scientista e positivista tipica di molti scienziati del suo tempo e fu come guidato, da un dato sperimentale e dall'azione della Grazia, a prendere atto di qualcosa che avrebbe “rieducato” anche la sua razionalità. Non mancano tuttavia, nei suoi scritti, modi incerti di esprimersi, che si muovono tra la necessità di combattere la vecchia razionalità riduttiva e la difficoltà a dilatarla in categorie che non riducano la fede ad un fatto puramente sentimentale. Un cammino che impegnerà tutto il resto della sua vita, a partire dall'incontro con Cristo: «Il Dio di Platone era inaccessibile nella sua grandezza. Quello di Epitteto si confondeva con l'anima delle cose […]. Il Cristianesimo, al contrario, ha condotto Dio alla portata dell'uomo. Gli ha dato un viso. Ne ha fatto nostro padre, nostro fratello, il nostro salvatore» (A. Carrel, La preghiera, Morcelliana, Brescia 1986, p. 19).
Bibliografia:
A. CARREL , L'uomo questo sconosciuto, Bompiani, Milano 1936
A. CARREL, Viaggio a Lourdes, Morcelliana, Brescia 1980
A. CARREL , La preghiera, Morcelliana, Brescia 1986
H. DELAYE, D. DELORME, Alexis Carrel, Humaniste Chrétien , Paris 1964
J.T. DURKIN, Hope for our time: Alexis Carrel on Man and Society , New York 1965
Alexis Carrel - Biographical, «NobelPrize.org»