Medico e scienziato italiano. Laico, canonizzato nel 1987, festa liturgica 16 Novembre. Settimo di nove figli di Francesco, magistrato, e di Rosa De Luca, trasferitisi ad Ancona, poi stabilitisi definitivamente a Napoli, Giuseppe vive in un ambiente familiare unito, attento alla crescita umana dei sette figli viventi. Nel 1897, dopo gli studi classici, Giuseppe sceglie la Facoltà di Medicina, forse indottovi anche dal precoce, diretto contatto con la sofferenza umana: nel 1893, dopo una caduta da cavallo, il fratello Alberto, tenente d'artiglieria a Torino, torna a casa inguaribilmente menomato e morirà nel 1904; Giuseppe si prodiga particolarmente per alleviarne le sofferenze fisiche e morali. Sorretto da pratica e conforti religiosi, egli pone già la vita eucaristica e la dedizione alle miserie altrui a pilastro della sua vita di uomo, poi di medico e scienziato. Nel 1897 il padre Francesco muore improvvisamente e Giuseppe, appena iniziata l'Università, si stringe alla madre e ai fratelli, proseguendo una vita familiare retta e salda negli affetti, che condividerà fino alla morte. Il percorso di scienziato credente di Moscati si delinea sempre più chiaramente sulla scia di questa formazione che lo rende consapevole di una duplice necessità: sopperire alle esigenze del corpo curandolo nelle sue sofferenze e mitigare le sofferenze dell'anima aiutando i pazienti — nei quali egli vede il Cristo sofferente e lo ama e lo serve in essi — ad affidarsi innanzitutto all'opera salvifica del Medico Divino. Moscati, laureatosi con summa cum laude a soli 23 anni, vincitore, primo assoluto e secondo, in due concorsi banditi dagli Ospedali Riuniti di Napoli, inizia nel 1904 la sua attività di medico. Egli procede con speditezza ma anche tra inevitabili tensioni, soprattutto per gli ostacoli frappostigli da un ambiente universitario e ospedaliero che, a quell'epoca, in larga parte propugnava che la vera scienza fosse inconciliabile col soprannaturale e che la tecnica potesse appagare le vere aspirazioni del cuore umano, allontanando così molti da Dio e la Chiesa. Nel 1911, trentunenne, egli diviene ordinario, riscuotendo l'ammirazione entusiasta del Prof. Vincenzo Cardarelli, medico e scienziato napoletano illustre, che lo sceglie anche come medico curante. Nello stesso anno la Reale Accademia Medico-Chirurgica nomina Moscati Socio Aggregato e il Ministero della Pubblica Istruzione gli conferisce la Libera Docenza in Chimica Fisiologica, incaricandolo di guidare ricerche scientifiche e sperimentali all'Istituto di Chimica Biologica.
A partire dal 1911 insegna senza interruzioni i corsi “Indagini di Laboratorio applicate alla clinica” e “Chimica applicata alla medicina”, espleta supplenze annuali per Chimica Fisiologica e Fisiologia. Nel 1922 consegue la Libera Docenza in Clinica Medica Generale. A titolo privato insegna a laureati e studenti Semeiologia e Casuistica ospedaliera, clinica e anatomo-patologica. All' attività ospedaliera Moscati, divenuto ormai primario, affianca quella di scienziato, docente universitario e medico privato nel suo studio presso l'abitazione di famiglia, in Via Cisterna dell'Olio.
Come scienziato si dedica a studiare l'azione e i vari processi di trasformazione di amidi e glicogeno nell'organismo umano e pubblica in italiano e in lingue straniere. Fra i suoi lavori: Un nouvel appareil pour la détermination du sucre meme en petites quantités (Archives Internat de Physiologie 1906); La salda d'amido iniettata nell'organismo, nota I, effetti sulla coagulazione del sangue, nota II, ritenzione dell'amido e trasformazione in glicogeno, nota III applicazioni in terapia (Atti R. Ac cademia Med. Chir. Napoli n. 2, 1906 ; Uber das Verhalten der in den Organismus eingefuhurten Starkelosung, Ablage rung und Umwandlung in Glykogen (Coppe-Seyler's Zeitschrift fur Physi ologische Chemie, B 50, H, n. 3, 1906). Altri studi si susseguiranno fino al 1910, attinenti per lo più al glicogeno ed argomenti collegati. Testimonierà poi il prof. Quagliariello, Docente di Chimica Fisiologica e poi Magnifico Rettore dell'Università di Napoli: “La produzione scientifica di Moscati è tale che qualunque ricercatore se ne onorerebbe”. Avendo dimostrato che l'amido accelera la coagulazione del sangue, Moscati lo applica, con le dovute precauzioni, nella terapia umana, ottenendo risultati assai soddisfacenti.
Lo studio pomeridiano ove esercitava la sua funzione di medico privato era sempre affollatissimo; pazienti di ogni classe sociale si rivolgevano a lui chiamandolo poi anche al loro domicilio fuori Napoli; Moscati stesso sovente, quando si trattava di diseredati dei quartieri più poveri ed abbandonati di Napoli, cercava i bisognosi di cure e, non solo non accettava compensi ma li aiutava, con discrezione, per l'acquisto delle prescrizioni o altro materiale utile. Scrive il già citato prof Quagliariello: “Quanti di questi gesti di generosità egli abbia compiuto è noto soltanto a Dio, perchè qualche volta sono rimasti ignoti anche a coloro che ne trassero beneficio”. Testimonia Filippo Bottazzi che lo conobbe dal 1905: “Profondamente religioso, sincero credente e assiduo praticante non fece mai ostentazione dei propri sentimenti ma non tralasciò mai di curare insieme ai corpi anche e innanzitutto le anime e di avviarle verso quella luce che per singolare Grazia divina a lui sfolgorava, da abissi a noi impenetrabili”.
Giuseppe Moscati, essere umano come chiunque altro, non resta impassibile dinanzi a invidie e interessi ma si sforza di elevarsi a considerazioni superiori. Poco dopo le tensioni della Libera Docenza in Clinica Medica Generale del 1922 , così riflette : “Ama la verità, mostrati qual sei e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi e se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala, e se il tormento, e tu sopportalo. E se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio”. Molte lettere a colleghi e amici testimoniano la sua ferma convinzione di medico scienziato credente. Al Dott A. Consoli scrive: “Il progresso sta in una continua critica di quanto apprendemmo. Una sola scienza è incrollabile e incrollata, quella rivelata da Dio, la scienza dell'aldilà”.
Il 12 Aprile 1927 il “medico dei poveri” muore improvvisamente, appena iniziato il lavoro pomeridiano in studio e per i napoletani è subito il “medico santo”. A causa della fama di santità che lo circondava già in vita, solo tre anni dopo la sua morte, il 16 novembre 1930, in seguito all'istanza di varie personalità del clero e del laicato, l'Arcivescovo di Napoli concesse il trasferimento del corpo dal Cimitero alla Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, dove la salma del medico napoletano fu tumulata in una sala dietro l'altare di s. Francesco Saverio.
Il 25 Ottobre 1987, mentre a Roma si svolge l'Assemblea del Sinodo dei Vescovi con argomento “La vocazione dei Laici nella Chiesa e nel mondo”, Giovanni Paolo II canonizza Giuseppe Moscati: come fedele laico aveva svolto la sua missione nella Chiesa e nel mondo, quale scienziato, professore, medico e credente impegnato senza risparmiarsi a lenire le sofferenze e a condurre gli ammalati a Cristo.
Bibliografia:
PAOLO VI, Omelia per la beatificazione di Giuseppe Moscati, Roma, 16 novembre 1975
G. PAPASOGLI, Giuseppe Moscati, il medico santo, Edizioni Paoline, Milano 1991
P. BERGAMINI, Laico cioè cristiano. San Giuseppe Moscati medico, Marietti, Genova 2003
A. JELARDI, G. Moscati e la scuola medica beneventana, Realtà Sannita, Benevento 2004
Sitografia
http://www.vatican.va/news_services/liturgy/saints/ns_lit_doc_19871025_moscati_it.html