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Le teorie del tutto. La ricerca della spiegazione ultima

John D. Barrow

Adelphi,
Milano 1993
Anno di edizione originale: 1991
ISBN: 0211061

Già i filosofi presocratici prima, e la grande tradizione filosofica greca poi, si erano interrogati sul primo principio (arché) e sulla causa prima che fosse la spiegazione ultima dei fenomeni naturali, del divenire incessante. Socrate, la cui citazione viene riportata in apertura del primo capitolo di questo libro di John Barrow, Teorie del tutto (Theories of Everything. The Quest for Ultimate Explanation, 1991), aveva affermato «mi è sembrata una cosa straordinaria: conoscere la spiegazione di ogni cosa, sapere perché ha inizio, perché finisce, perché è». La teoria del tutto, o meglio le teorie del tutto, oggetto di questo saggio davvero ben scritto e accessibile anche a lettori non esperti di questo campo di ricerca d'avanguardia, tanto difficile quanto affascinante, sono spiegazioni scientifiche che danno un quadro omnicomprensivo di tutte le leggi di natura dal quale si possa derivare, in modo logicamente ineccepibile, l'inevitabilità di tutto ciò che ci circonda. Dopo il crollo della visione meccanicistica, che aveva dominato l'800, e la successiva rivoluzione scientifica, causata dalla scoperta della relatività e dalla nascita della fisica dei quanti, gli scienziati si sono impegnati nuovamente, grazie all'apporto fondamentale della tecnologia, nel cercare una comprensione, una “stele di Rosetta cosmica” del “libro della natura”. Il tema di ricerca, per la sua portata e le sue implicazioni attuali e in futuro possibili, ha nuovamente coinvolto in un vivace dibattito anche filosofi e teologi, sotto più di una prospettiva. Barrow spiega che “comprendere” significa ordinare il caos apparente delimitando, ordinando e scoprendo «regolarità, fattori comuni e semplici ricorrenze che dicano perché esse sono come sono, e anche come saranno in futuro», perchè «l'intelligibilità del mondo coincide con il fatto che esso risulti algoritmiticamente comprimibile» (p.359). La ricerca della teoria del tutto consiste dunque nell'identificare un numero sempre più ridotto di principi che spieghino la natura non come un fatto casuale. Gli “ingredienti” che l'A. considera necessari per tracciare una teoria della spiegazione ultima dell’universo sono otto, la cui natura e peso sono analizzati nel corso del libro, capitolo per capitolo. Si tratta delle leggi di natura, tema che l’A. aveva già trattato precedentemente ne Il mondo dentro il mondo (1991), le condizioni iniziali, l’identità di forze e particelle, le costanti di natura, le simmetrie infrante, i princìpi organizzativi, gli errori sistematici di selezione e le categorie di pensiero, argomenti affrontati anche in altri saggi dell’autore come La luna nel pozzo cosmico (1994) o nella tardiva edizione italiana de Il principio antropico (2002- con F. Tipler). Sono le stesse motivazioni dei primi pensatori a spingere tale ricerca anche oggi. Nonostante tutta la scienza e la conoscenza di cui l’uomo dispone, l’A. pone l’interrogativo, sin dalle pagine iniziali, se la teoria del tutto possa riuscire ad essere davvero esaustiva, ossia teoria “del tutto”. Nelle pagine conclusive, Barrow si sofferma su questo fondamentale tema, che in molti altri saggi dedicati a questo argomento è perlopiù ignorato o poco considerato, affermando che «non tutte le caratteristiche del mondo, sono elencabili o computabili» perché vi sono aspetti e proprietà che «non possono essere prese nella rete di nessuna teoria del tutto di carattere logico». Pertanto, al termine della lunga, precisa e appassionante indagine sui campi di ricerca scientifici più avanzati e complessi e le teorie più recenti e promettenti, l’A. spiega che inevitabilmente «la portata delle teorie del tutto è infinita ma limitata», poiché «non c’è alcuna formula che possa esprimere tutta la verità, l’armonia, tutta la semplicità». La conclusione di Barrow si accorda sostanzialmente con quanto una sana prospettiva metafisica avrebbe in ogni caso evidenziato, e cioè che il problema del tutto, dell’intero, quando questo viene ad indicare la totalità del reale, resta solo e necessariamente un problema filosofico.