Pubblicato originariamente nel 1924 e poi perfezionato in successive edizioni, il volume classico di Edward Arthur Burtt, che raccoglie le lezioni di un corso di storia di filosofia della scienza e della natura tenuto in varie università americane, è stato riproposto in ristampa anastatica in tempi recenti. L’opera, va segnalato, ha come speciale (anche se non esclusivo) riferimento lo sviluppo del pensiero scientifico inglese fino a Newton. Omonimi capitoli sono dedicati a Copernico, Keplero, Galileo, Cartesio, Boyle e, soprattutto, Newton (Thye Metaphysics of Newton). In quest’ultimo scienziato l’A. studia il ruolo della nozione di Dio nella spiegazione della sua filosofia naturale. Fra le idee portanti dell’opera vi è quella che lo studio filosofico e scientifico della natura dipende anche in buona parte dalla concezione dell’uomo e del suo rapporto con il resto del cosmo, così come esso è presente nei vari autori. A tale proposito, le differenze fra la cosmologia medievale e quella moderna riflettono le diverse concezioni dell’uomo, ben riassunte nell’Introduzione del volume, dal provocante accostamento fra una pagina della Divina Commedia di Dante e una pagina di Betrand Russell.