Il concetto alla base de Le origini dell’arte e della concettualità di Emmanuel Anati è che considerando sistematicamente tutte le occorrenze dell’arte rupestre ci si accorge che in tutti e cinque i continenti essa presenta gli stessi grafemi di base e questo fa presupporre una comune origine del pensiero e dell’arte umana. “Arte e concettualità fanno parte della natura stessa dell’uomo”: si vede, così, nell’arte, fin dalle sue origini, un modo per osservare la dinamica evolutiva generale dello spirito umano negli ultimi 40000 anni.
Anati è un archeologo fiorentino del 1930, formatosi tra Gerusalemme, Harvard e la Sorbona. Tra le altre cose, nel 1963 fonda il Centro Camuno di Studi Preistorici in Val Camonica.
Il suo libro divulgativo è diviso in dieci capitoli, che trattano del patrimonio visivo rupestre giunto fino a noi e dei metodi con cui gli studiosi attuano le ricerche che mirano alla ricostruzione di un panorama completo, in vista di un concetto di “storia totale” che permetta agli uomini d’oggi di iscrivere la preistoria all’interno della storia e di parlare dell’uomo, piuttosto che soltanto di pochi personaggi illustri. Il terzo capitolo, infatti, spiega come “La dimensione intelletto” caratterizzi l’arte primordiale di tutti e cinque i continenti e il quarto capitolo indica ne “Il linguaggio visuale” il primo alfabeto, comune a tutta la specie umana, potendo così essere preso a prova della comune origine. I successivi capitoli ragionano sulle caratteristiche ed il significato universali che hanno archetipi e paradigmi di quest’arte, prova di una logica comune. L’arte e la concettualità, insomma, sono “costantemente legate” e per questo “l’arte costituisce un grandioso archivio della concettualità”.
Il volume inizia con una presentazione del paleontologo francese Yves Coppens. Questi i titoli dei capitoli: I. La ricerca delle radici II. Metodi e concetti III. La dimensione intelletto IV. Il linguaggio visuale V. Le origini dell’arte VI. Ordine e logica VII. Le costanti VIII. Paradigmi e archetipi IX.Sulle radici della concettualità X. Alcuni megatrends degli ultimi 40000 anni.
Oltre che da leggere, si tratta di un libro corredato di tavole fotografiche da osservare, per risvegliare la “coscienza della nostra primaria identità e di una parte di noi stessi”.