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L’ateismo difficile

Etienne Gilson

Vita e Pensiero,
Milano 1986
Anno di edizione originale: 1970
ISBN: 883434202

Questo agile volume raccoglie due capitoli tratti da Constantes philosophiques de l’ être che lo stesso Gilson avrebbe voluto pubblicare come un piccolo opuscolo a sé: I. L’ateismo difficile e II. Arringa per l’ancella. Lo scopo del primo saggio è esposto in maniera molto chiara dall’A.: «Proprio perché l’esistenza di Dio mi pare spontaneamente certa, sono curioso delle ragioni che altri possono avere per dire che Dio non esiste. Per me, è la non-esistenza di Dio che fa problema. Desidero quindi conoscere e mettere alla prova alcune delle ragioni invocate a favore dell’ateismo». Il tipo di ateismo che Gilson interroga è l’ateismo filosofico e comincia la sua riflessione da Nietzsche. L’Autore inizialmente spiega che nel pensiero di Nietzsche l’annuncio della morte di Dio è accompagnato dall’avvento del Superuomo. Poi chiarisce che il filosofo tedesco non voleva dire semplicisticamente che “un certo essere ,chiamato Dio, ha finalmente cessato di esistere”, perché “la nozione che un dio possa morire sembra anch’essa assurda , perché se il fatto è vero, non era un dio.” A morire è il Dio dell’etica cristiana e tradizionale. Quindi l’ateismo di Nietzsche sarebbe essenzialmente morale. Gilson conclude la sua analisi sul pensiero di Nietzsche dicendo: «Se la morte di Dio significa la sua morte finale e definitiva nello spirito degli uomini, la vitalità persistente dell’ateismo costituisce per l’ateismo stesso la più seria difficoltà. Dio sarà morto negli spiriti solo quando nessuno penserà più a negare la sua esistenza. Nell’attesa che l’ateismo finisca con lui, la morte di Dio rimane un rumore che aspetta ancora conferma». Successivamente Gilson affronta l’ateismo legato all’indifferenza, l’ateismo scientista e l’ateismo proletario. Dopo aver spiegato che il marxismo non è una filosofia, il filosofo sintetizza: «Il marxismo ci lascia in presenza di un ateismo semplice: dire che c’è un Dio significa lavorare per la borghesia, dire che non c’è Dio significa lavorare per il proletariato; ora vogliamo lavorare per il proletariato, dunque Dio non esiste». Il cuore del problema, per Gilson, è che nello spirito dell’uomo esiste una pre-nozione di Dio. «Questa indistruttibilità della nozione di Dio nello spirito è l’ostacolo più difficile da superare sulla via di un ateismo ragionato». Nel capitolo intitolato Arringa per l’ancella, l’A. prende le mosse da un’affermazione di Paolo VI nell’EnciclicaEcclesiam suam e riflette sul ruolo della logica e della metafisica (ancelle della Sapienza). Il libro presenta spunti geniali e la sua lettura è consigliabile a chiunque abbia voglia di scoprire gli errori su cui si fondano le presunte posizioni di ateismo, che oggi ancora molti vorrebbero associare al pensiero scientifico e all’esercizio della razionalità.