Illuminismo e cristianesimo

Quello della relazione fra la concezione religiosa del mondo e l’osservazione scientifica della realtà rappresenta uno dei problemi filosofici più antichi di sempre, ed è stato affrontato secondo innumerevoli declinazioni e prospettive sin dall’epoca classica, continuando a interrogare e chiamare in causa la nostra contemporaneità. I complessi rapporti fra le distinte sfere della fede e della ragione sono stati, com’è noto, fra i temi più appassionatamente dibattuti dai philosophes europei durante la stagione dell’Illuminismo. Illuminismo e cristianesimo, densa opera in tre volumi di Bianca Magnino, costituisce un articolato studio accademico volto a cartografare esaustivamente le numerose declinazioni del rapporto, appunto, fra cristianesimo e Illuminismo cui l’Europa del Seicento e del Settecento ha dato forma. La prospettiva assunta dall’autrice tende a sottolineare perlopiù la contrapposizione e l’ardua composizione fra le idee illuministiche e la dottrina religiosa. Che si tratti di una vera e propria cartografia, d’altronde, lo testimonia la scelta stessa dell’autrice di tripartire l’opera secondo un criterio geografico, anche per risolvere una delle difficoltà maggiori cui le ricognizioni del pensiero illuministico si trovano spesso dinanzi, ovvero l’estrema variegatura e disparatezza delle idee e delle posizioni che compongono questo complesso movimento intellettuale e filosofico. Il primo volume dell’opera è dunque dedicato allo studio del rapporto fra cristianesimo e Illuminismo in Inghilterra, dov’è inquadrato in riferimento allo sperimentalismo e al razionalismo di John Locke, di Francis Bacon, di Isaac Newton – il quale coltivò peraltro anche gli studi teologici – per giungere sino all’empirismo e allo scetticismo di David Hume. Il secondo tomo è, invece, dedicato al paese in cui l’Illuminismo deflagrò con maggior intensità, vale a dire la Francia. Per tale motivo le correnti e gli autori sono ben più numerosi. Questa parte dell’opera spazia dal materialismo radicale di Julien Offray de La Mettrie al sensismo di Étienne Bonnot de Condillac, dal naturalismo di Jean-Jacques Rousseau al razionalismo di Montesquieu. Beninteso, il testo si sofferma dettagliatamente sui concetti e le posizioni che contribuiscono alla costruzione delle posizioni ateistiche, agnostiche o teiste espresse da autori di primissimo ordine dell’Illuminismo francese, quali, ad esempio, Denis Diderot e Voltaire. Infine, il terzo volume di cui si compone questa ponderosa ricerca è incentrato sulla Germania e sull’Italia, due paesi solitamente poco considerati dalle storie o dalle ricostruzioni del pensiero illuminista. Per quel che concerne la prima, Magnino inaugura la propria ricognizione confrontandosi con il razionalismo e il logicismo di Gottfried Wilhelm Leibniz e di Christian Wolff, per soffermarsi diffusamente, poi, sia sul peculiare milieu intellettuale-religioso sviluppatosi negli ambienti protestanti tedeschi del ‘700, sia sulla declinazione del rapporto tra illuminismo e cristianesimo nel criticismo di Immanuel Kant. Per quanto concerne la seconda, invece, ella considera piuttosto brevemente alcune figure, come quelle di Francesco Soave, di Pietro Giannone, di Cesare Beccaria, per concludere la propria opera con Giambattista Vico, sottolineando come, in realtà, questi abbia rielaborato e utilizzato numerosi elementi appartenenti alla dottrina cattolica.

Autore scheda bibliografica tematica
Claudio D’Aurizio