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L’infinitamente grande, L’astronomia e il Vaticano

a cura di Guy J Consolmagno
Lev, Città del Vaticano 2009
pp. 464
ISBN:
9788841859728

Indice: Introduzione (card. Giovanni Lajolo). Vi raccontiamo la nostra storia (José Gabriel Funes S.J.). - Le stelle nella Bibbia. - Le stelle nella storia: L'astronomia, i calendari e la religione (Juan Casanovas S.J.). Galileo e il suo tempo: alcuni episodi (George Coyne S.J.). Una storia della Specola Vaticana (Sabino Maffeo S.J.). - Le stelle e le galassie: Le stelle e la Via Lattea (Christopher Corbally S.J.). Un universo di galassie (José Gabriel Funes S.J.). Gli ammassi di galassie: famiglie di famiglie di stelle (Alessandro Omizzolo). - Osservando le stelle: Le stelle a Castel Gandolfo. Al VATT. - I compagni di una stella: Sole e pianeti, passato e futuro (Guy Consolmagno S.J.). Meteoriti: alieni in Vaticano (Guy Consolmagno S.J.). La natura fisica delle meteoriti (Jean-Baptiste Kikwaya S.J.). Pianeti extrasolari (Giuseppe Koch S.J.). - Meditando sulle stelle: La cosmologia del Big Bang è in conflitto con la creazione divina? (William R. Stoeger S.J.). Matematica: il linguaggio dell'astronomia e la mente di Dio (Andrei P. Whitman S.J.). I papi e l'astronomia, da papa Leone XIII a papa Benedetto XVI. - Domande sulle stelle: Sull'universo. Più vicini alla terra. Sulla Specola Vaticana. - Ringraziamenti.

Questo libro, dall'elegante presentazione editoriale e dalle bellissime illustrazioni, è stato preparato dai membri della Specola Vaticana in occasione dell'Anno internazionale dell'Astronomia (2009) sotto la cura editoriale del p. Guy Consolmagno, ricercatore nell’ambito della planetologia. Scopo dell'opera, come spiega nella presentazione il card. Lajolo, ispiratore del lavoro, è quello di far comprendere che scienza e fede hanno storicamente intessuto fecondi rapporti, proprio nel campo dell’astronomia, nonostante molti pensino che sia stata questa disciplina a far sorgere inevitabili conflitti. La scienza, l’astronomia in particolare, è inoltre un fertile campo per il sorgere di domande sulle questioni ultime, quelle che, tradizionalmente, emergono appunto quando si alzano gli occhi verso il cielo. Come ricordava san Paolo nella sua Lettera ai Romani, “tracce” di Dio sono presenti in tutto l'universo, ed una mente aperta può con l'uso della ragione arrivare a percepire nella grandezza e ricchezza del cosmo un senso che giace al di là della mera materialità dei fenomeni. Non sorprende, pertanto, che tra le istituzioni che fanno capo alla Santa Sede ve ne sia una dedicata all’investigazione scientifica, la Specola Vaticana. Essa non ha per fine, come si potrebbe pensare, dare della “filosofia” della scienza, ma della scienza vera e propria. Scopo indiretto del volume è far conoscere quindi la storia della Specola Vaticana e del lavoro che tutt'oggi essa svolge nei più importanti campi della ricerca astronomica.

Il volume si apre con un’antologia di citazioni bibliche che fanno riferimento al firmamento. Le immagini non vengono accompagnate da alcun commento se non da splendide immagini, frutto del lavoro della Specola stessa, che fungono in fondo da commento. Il capitolo successivo, di taglio più storico, viene dedicato alla riforma del calendario, ad opera di Papa Gregorio XIII, promulgato nel 1582, tappa finale della elaborazione di un calendario cristiano che permettesse l'esatto calcolo della Pasqua, un lavoro che parte già con il Concilio di Nicea nel 325. Doverosamente viene poi esposta la vicenda, certamente dolorosa ma per questo ricca di insegnamenti, del caso Galileo, che ancor oggi suscita aspri dibattiti fra i fautori pro e contro un possibile rapporto tra le scienze e un qualsiasi tipo di fede religiosa. Il libro ricorda in particolar modo la frequentazione che il Galilei ebbe con i gesuiti del Collegio romano, arricchente per entrambi. Termina poi con la storia dell'attuale Specola Vaticana, nata nel 1891 sotto l'impulso di papa Leone XIII, che intendeva dotare la Santa Sede (ormai ridotta ad un minuscolo Stato) di un istituto di ricerca scientifica di alto livello, dotandolo di una strumentazione adatta allo scopo, grazie a donazioni o con apposite acquisizioni. Già da alcuni anni era intanto nata la collaborazione del nascente istituto con l'Osservatorio di Parigi e con altri osservatori del mondo a motivo del progetto di compilazione della Carte du ciel, il primo atlante fotografico delle stelle. Al p. Francesco Denza, barnabita, che diverrà poi il primo direttore della Specola Vaticana, venne affidata la gestione del progetto di pertinenza vaticana; questo progetto, che assorbirà interamente la capacità lavorativa della Specola, durerà più di 50 anni. Dopo il p. Denza la guida della Specola viene affidata il p. Johan Hagen, primo gesuita a dirigere la Specola che, nel 1942, sarà trasferita nei palazzi pontifici di Castel Gandolfo. A partire dal 1980 nasce poi una fiorente collaborazione tra la Specola e l'Università dell'Arizona, che porterà alla costruzione di un nuovo telescopio della Specola, collocato sul Monte Graham: il VATT. Dal volume si evince in modo piuttosto efficace — e probabilmente nuovo per molti lettori — il reale interesse della Santa Sede per la ricerca scientifica, nonostante l'elevato impegno economico che questo comporta. Per l'acquisto degli strumenti necessari alla ricerca scientifica, la Specola non lesina mezzi per svolgere un lavoro che, evidentemente, si reputa non solo degno di importanza scientifica, ma anche di reale importanza culturale per la dignità dell'uomo e per la sua conoscenza del creato.

Il terzo capitolo è esclusivamente di argomento astronomico: si parte da una breve storia dell'astronomia per addentrarsi poi in temi come la composizione e la formazione delle galassie e degli ammassi di galassie, le emissioni di raggi X e la materia oscura, tutte ricerche che sono oggi campo di indagine degli astronomi di tutto il mondo, compresi quelli della Specola. Due brevi capitoli vengono poi dedicati alle due sedi dell’Osservatorio Vaticano, quella di Castel Gandolfo e quella di Tucson-Arizona. In questi centri poi, oltre alla normale collaborazione con scienziati provenienti da altri istituti di ricerca, dal 1985 è iniziato a Castel Gandolfo un corso estivo biennale riservato ai giovani ricercatori: il Vatican Observatory Summer School (VOSS).

La ricerca di quello che sta “in alto” ha lasciato una piccola traccia anche qui in basso: parliamo delle meteoriti, di cui una bella raccolta è presente all'interno dell'Osservatorio, frutto del  lavoro dello stesso o dono di qualche collezionista. Tra gli studi che oggi più richiamano l'attenzione del grande pubblico vi è quello sui pianeti extrasolari, e tra questi quelli che possono prestarsi più favorevoli allo sviluppo di una qualche forma di vita. In realtà lo studio di questi corpi, circa 500 per ora, sta dando qualche primo elemento per rispondere alla domanda sulla formazione dei sistemi planetari, come il nostro Sistema solare, e alla domanda se la “vita” sia presente anche altrove.

Molto interessante è il capitolo sulla cosmologia del Big bang, teoria nata agli inizi del 900 grazie al p. G. Lemaître, progressivamente confermata dalla scoperta del rapporto fra velocità di allontanamento delle galassie e la loro distanza (Hubble), dalla radiazione di fondo (Penzias e Wilson) e da altri dati osservativi. Fin dagli inizi si è avuta la sensazione che questa teoria richiamasse in qualche modo un inizio del tempo che, per i lettori della Bibbia, assomiglia molto al momento della creazione. Naturalmente, la moderna cosmologia non si prefigge il compito di trovare delle spiegazioni scientifiche esaurienti su ciò che è avvenuto all'istante del Big bang ma, per ammissione degli stessi scienziati, è come se si stesse “sbirciando fra le carte di Dio”. È bene però tenere separati i due aspetti: non esiste una fisica del “nulla assoluto”, la cosmologia non può spiegare cosa c'era prima del Big bang; suo compito è dare spiegazione dell'attuale struttura dell'universo e delle sue fasi evolutive.

Il bel volume passa quindi a considerare lo strumento attraverso cui vengono elaborate le teorie fisiche, ovvero il linguaggio della matematica. Per molti, il mondo delle leggi naturali, che noi conosciamo scritte in un linguaggio matematico, trova la sua origine non solo nel nostro cervello, ma anche in una realtà oggettiva, esterna a noi. Vi sono oggi molti modi di parlare delle leggi naturali, e non pochi scienziati paiono fare indirettamente riferimento ad una sorta di platonico mondo delle “idee matematiche”, che alcuni vedono perfino come un riflesso della “mente di Dio”.

Nella sezione dedicata ai Papi ed all’astronomia si pone l’accento sul ruolo che questa scienza ha sempre avuto nella formazione universitaria dei chierici, mediante il suo insegnamento nei seminari. Essa faceva anche tradizionalmente parte delle “Arti liberali”, le sette discipline che bisognava conoscere prima di studiare filosofia e teologia. Il lettore incontra poi una panoramica delle affermazioni dei Papi riguardanti la scienza moderna, a partire da Leone XIII, che accese un nuovo interesse nella comprensione razionale della fede. Come già citato, è presente il Motu proprio del 14 marzo 1891, emanato in occasione della rifondazione della Specola Vaticana, ed il discorso intitolato “Deum Creatorem Venite Adoremus”, pronunciato da Pio XI per l’inaugurazione della nuova sede della Specola a Castel Gandolfo. In realtà l’origine della Specola si intreccia con quella della prima Accademia scientifica vaticana, voluta nel 1603 quando il principe Federico Cesi fondò l’Accademia dei Lincei, con il patrocinio di Papa Clemente VIII, a cui prese parte anche Galileo Galilei. Dal 1935 Papa Pio XI mise a disposizione dell’Accademia l’attuale Casina Pio IV, locata nei giardini vaticani. Essa si riorganizzò come un “Senato Scientifico” composto dai più eminenti scienziati del mondo.

Il volume è senza dubbio un libro di notevole valore estetico e documentale. Anche se il principale soggetto resta pur sempre cosa la Specola Vaticana, e quindi la Santa Sede, faccia nel campo della ricerca scientifica, esso rappresenta al tempo stesso, con buona pace di coloro che pensano che la religione, il cristianesimo in particolare, abbia rappresentato un ostacolo al progresso della ricerca scientifica, un eloquente esempio, a livello ben più generale, del dialogo esistente fra pensiero scientifico e fede cristiana.

Giampaolo Del Monte