L’obiettivo principale della fisica contemporanea è dar vita alla cosiddetta “teoria della grande unificazione” (GUT – Great Unification Theory), vale a dire, una teoria in grado di descrivere in maniera unitaria la quattro forze fisiche fondamentali riconosciute in natura: l’interazione gravitazionale, l’interazione elettromagnetica, l’interazione nucleare debole e l’interazione nucleare forte. Questo risultato non è stato ancora completamente raggiunto. Lo sviluppo più significativo in questa direzione, però, si deve proprio al lavoro di Abdus Salam che diede contributi fondamentali per unificare due delle quattro forze prima menzionate (cioè quella elettromagnetica e quella nucleare debole) proponendo la teoria dell’interazione elettrodebole. Per questi contributi Abdus Salam venne insignito (insieme a Sheldon Glashow and Steven Weinberg) del Premio Nobel per la Fisica del 1979. Basterebbe già questo per testimoniare la statura di quello che probabilmente è il più importante scienziato pakistano. Ma la figura di Abdus Salam ha molti altri aspetti da scoprire.
Nasce nel 1926 nella regione del Pangiab (Punjab) – allora dell’India inglese, oggi in Pakistan – in una famiglia appartenente al movimento religioso musulmano Ahmadiyya. La sua verve intellettuale non tarda a mostrarsi quando, a 14 anni, ottenne il più alto punteggio mai registrato alle prove di ammissione per l'Università del Punjab. Proseguì poi gli studi alla Government College University di Lahore. Si interessò di letteratura Urdu e Inglese ma ben presto scelse la matematica come disciplina per i suoi studi. Nel 1946 andò a Cambridge dove poi ottenne il dottorato in fisica teorica nel 1952. Dopo un breve periodo di nuovo in Pakistan, nel 1957 divenne professore di fisica teorica all’Imperial College di Londra. Qui condusse le ricerche che lo portarono a ricevere il Premio Nobel nel 1979. Nel 1959 Salam fu eletto membro della Royal Society di Londra: avevo solo 33 anni e fu tra i membri eletti più giovani alla prestigiosa società scientifica inglese. Nel 1960 tornò in Pakistan per accettare incarichi governativi in commissioni scientifiche, quindi nella Pakistan Atomic Energy Commission (PAEC) e poi come Direttore della Commissione di ricerca per lo spazio e l’alta atmosfera (SUPARCO – Space and Upper Atmosphere Research Commission) del Pakistan.
I suoi contributi scientifici in fisica teorica e delle particelle elementari sono stati numerosi e di primissimo livello – tra i quali vale la pena menzionare, oltre ai lavori sulla forza elettrodebole che gli valsero il Premio Nobel, anche la previsione teorica, prima della loro scoperta sperimentale, della “corrente debole neutra” e dei bosoni W e Z. Oltre al Premio Nobel, Abdus Salam fu insignito dei più significativi riconoscimenti scientifici nazionali e internazionali, tra cui il Pride of Performance Award da parte del Presidente del Pakistan nel 1958, la Hughes Medal (1964), la Royal Medal (1978) e la Copley Medal (1990) dalla Royal Society, il premio e la medaglia J. Robert Oppenheimer dall’Università di Miami nel 1971, la Einstein Medal dell’UNESCO nel 1979, la Medaglia d’oro Lomonosov assegnatagli nel 1983 dalla USSR Academy of Sciences. In italia il "Genoa" International Development of Peoples Prize del 1988. Nel 1980 fu nominato Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Oltre all’enorme caratura scientifica, Abdus Salam si è distinto anche per aver saputo coniugare la sua ricerca scientifica con la sua fede religiosa. Nel 1974 lasciò nuovamente il Pakistan – nonostante le importanti cariche governative che ricopriva – in dissenso rispetto al decreto votato all’unanimità dal Parlamento pakistano che dichiarava non-musulmani i membri del movimento religioso musulmano Ahmadiyya al quale egli apparteneva. Durante il suo discorso per il Premio Nobel in Fisica Salam citò i seguenti versi del Corano (Sura 67:3-4): “[Benedetto] Colui Che ha creato sette cieli sovrapposti senza che tu veda alcun difetto nella creazione del Compassionevole. Osserva, vedi una qualche fenditura? Osserva ancora due volte: il tuo sguardo ricadrà, stanco e sfinito.” Aggiungendo poi: “Questa, in effetti, è la fede di tutti i fisici; più in profondità ricerchiamo, più è emozionato il nostro stupore, maggiore è la sorpresa del nostro sguardo.”[1] Una sua collaboratrice, Miriam Lewis, nella biografia ufficiale per i Premi Nobel, scrive di Abdus Salam come un “musulmano devoto” e ricorda che una volta egli scrisse: “Il Sacro Corano ci spinge a riflettere sulla verità delle leggi della natura create da Allah; ad ogni modo, che la nostra generazione sia stata privilegiata nel poter scorgere una parte del Suo disegno è una generosità e una grazia per la quale ringrazio con cuore umile”. [2]
Adbus Salam seppe anche promuovere la ricerca scientifica internazionale non dimenticando i paesi più poveri e in via di sviluppo e volendo quindi offrire sostegno concreto a potenziali scienziati provenienti da questi paesi. Infatti, fu sua la proposta – durante la quarta conferenza generale dell’IAEA (International Atomic Energy Agency) del 1960 – di creare un istituto internazionale di fisica teorica. Questa proposta divenne realtà nel 1964, quando a Trieste venne fondato lo ICTP (International Centre for Theoretical Physics), che Salam diresse dalla sua fondazione fino al 1993. Oggi, lo ICPT è stato rinominato Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics e la sua priorità continua ad essere quella di offrire agli scienziati provenienti dai paesi in via di sviluppo la formazione e gli strumenti per le loro carriere scientifiche.
Fine scienziato, credente in Dio e persona generosa, Abdus Salam morì ad Oxford nel 1996. Il suo corpo fu riportato in Pakistan dove oltre 13.000 persone vollero rivolgergli un ultimo saluto. Oltre 30.000 persone parteciparono al suo funerale.
Note
[1] Testo originale: “This in effect is, the faith of all physicists; the deeper we seek, the more is our wonder excited, the more is the dazzlement for our gaze.”. Da: Abdus Salam – Banquet speech: https://www.nobelprize.org/prizes/physics/1979/salam/speech/
[2] Testo originale: “The Holy Quran enjoins us to reflect on the verities of Allah’s created laws of nature; however, that our generation has been privileged to glimpse a part of His design is a bounty and a grace for which I render thanks with a humble heart.”, da: Abdus Salam – Biographical, https://www.nobelprize.org/prizes/physics/1979/salam/biographical/
Bibliografia
C.H. LAI (a cura di), Ideals and Realities: Selected Essays of Abdus Salam, World Scientific, Singapore 1987
G. FRASER, Cosmic Anger: Abdus Salam – The First Muslim Nobel Scientist. Oxford University Press, Oxford 2008