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Galileo Decisive Innovator

Michael Sharratt

Cambridge University Press,
Cambridge 1996
Anno di edizione originale: 1994
ISBN: 0521562198

L'importanza di Galilei nella storia del pensiero scientifico ha indotto l'autore a definirlo un Decisive Innovator. Una prima edizione di questo lavoro, che fa parte della collana Cambridge Science Biographies, era già stata edita dalla Blackwell nel 1994. L'autore, Michael Sharratt, è docente di discipline filosofiche allo Ushaw College di Durham. Nel capitolo iniziale, “The strangest piece of news” (pp. 1-20), l’A. descrive l'impatto avuto dal Sidereus Nuncius, l'opera pubblicata nel marzo 1610, nella quale Galilei annunciò le scoperte ottenute con il telescopio che egli stesso aveva perfezionato. Il titolo è stato suggerito da una lettera con la quale Henry Wotton, l'ambasciatore inglese presso la Repubblica di Venezia, trasmise una copia di quell'opera al re Giacomo I. La scelta di iniziare con la trattazione delle novità celesti dovute al cannocchiale si deve all'importanza di quel libro di Galilei, divenuto un emblema sia della nuova astronomia sia dell'ingresso a pieno titolo della strumentazione nell'attività scientifica. Dopo aver ripreso, nel secondo capitolo (“Early Life”, pp. 21-44), il racconto della biografia di Galilei ripartendo dai primi anni, Sharratt procede nella narrazione dettagliata di tutte le fasi successive, fino alla trattazione dei contenuti dei Discorsi e Dimostrazioni intorno a due Nuove Scienze(“Two New Sciences”, pp. 181-208), considerati il suo testamento scientifico. Nell'ultimo capitolo (“Rehabilitation”, pp. 209-222) vengono esposte le circostanze in cui la Chiesa cattolica ha ripreso in esame, nel XX secolo, il caso dello scienziato pisano. Durante il Concilio Vaticano II, trattando generalmente dei rapporti tra scienza e teologia, molti vescovi fecero esplicito riferimento al caso Galilei. In particolare, nel discorso del vescovo Elchinger, venne ravvisata la necessità di una riabilitazione ufficiale, soprattutto per il fatto che quella condanna viene ancora vista da molti come la testimonianza di una presunta ristrettezza di vedute da parte della Chiesa di Roma. In occasione del centenario della nascita di Albert Einstein, il papa Giovanni Paolo II tenne un discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze ed al Collegio dei Cardinali; riferendosi a Galileo, il pontefice esortò a fare luce su quella vicenda. Come conseguenza della presa di posizione del pontefice, il 3 luglio 1981, come è noto, vi fu la nomina di una commissione pontificia per gli studi sul caso. Le conclusioni del lavoro vennero poi esposte dal Cardinale Paul Poupard il 31 ottobre 1992. Sebbene già in passato vi fossero stati passi formali che manifestano implicitamente il riconoscimento di un errore di valutazione da parte dei teologi chiamati a giudicare Galileo, in questa occasione si parla esplicitamente di un errore commesso dalla Chiesa, cioè di non aver distinto gli aspetti della fede da quelli riguardanti la scelta di un esatto modello cosmologico, pur nella consapevolezza che Galilei non riuscì a fornire alcuna prova in favore del nuovo sistema. Occorre precisare, in tal senso, che la sua spiegazione del fenomeno delle maree, portata come prova dell'astronomia copernicana, fu probabilmente il suo maggiore insuccesso scientifico. Quest'ultima sezione del libro si conclude con il riassunto del discorso pronunciato in merito dal Papa Giovanni Paolo II, che, prendendo spunto dalla questione galileiana, dichiarò che la distinzione tra il dominio della scienza e quello della fede non comporta che essi siano estranei, poiché in realtà hanno molti punti di contatto. L'illustrazione dei contenuti principali della riabilitazione e la ricchezza di riferimenti facenti parte di questa biografia, rendono questo volume un ottimo testo di base per la comprensione dell'opera di Galilei e del contesto nel quale è stata realizzata.