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Faith and reason

Richard Swinburne

Clarendon Press,
Oxford 1981
Anno di edizione originale: 1981
ISBN: 9780199283934

«Un uomo può scegliere di cercare il suo personale benessere terreno, o quello della propria famiglia, o del suo paese, o del mondo — o può scegliere un benessere più profondo e più a lungo termine per se stesso, per gli altri, e il rendere lode a Dio. La scelta è sua» (p. 198). La fede è volontaria ("faith is voluntary" - titolo dell'epilogo del testo) nel senso che l'uomo può scegliere non il credere di per sé, ma se cercare di credere, in base ai risultati di un'adeguata indagine religiosa. Così conclude Richard Swinburne, nell'epilogo, Faith and Reason (1981), opera tratta dalla terza serie delle Wilde Lectures tenute all'Università di Oxford nel 1978 e terzo saggio di una trilogia di teologia filosofica, che comprende The Coherence of Theism (1977) e The Existence of God (1979). Il testo, tuttavia, non presuppone la lettura dei due precedenti, ma parte dalle conclusioni in essi raggiunte (l'esistenza di Dio non è logicamente incoerente — the coherence of theism — e la tesi secondo cui è più probabilmente vero che Dio esista che non il contrario — the existence of God) per presentare un’indagine sulla fede religiosa e il suo rapporto con la speculazione razionale. Il volume è frutto di una riflessione attenta e rigorosa nelle argomentazioni e nell'ordine dei problemi e delle tematiche presentate. L'A., al tempo della pubblicazione del saggio professore di Filosofia all'Università di Keele e attualmente Emeritus Nolloth Professor of Philosophy of the Christian Religion presso l'Università di Oxford, Emeritus Fellow dell'Oriel College di Oxford e Fellow of the British Academy, esamina, mediante un'analisi logico-filosofica lineare e razionale, quale tipo di fede richiedano una religione e una chiesa ai suoi membri (in particolare il cristianesimo), in che cosa consista il credere (to believe) e il confidare (to trust) in Dio. Il filosofo vuole portare il lettore a valutare il cammino e le ragioni della fede, approfondendo tematiche fondanti la fede stessa, distinguendo tra una fede ragionata e "razionale" e quella che diviene "volontaria", perché frutto di un processo di riflessione che porta a estendere l'anelito naturale dell'uomo al conoscere, al capire, all'amare, rispettare e a ringraziare il nostro prossimo fino a Dio, che, per primo, ha chiamato l'uomo all'amicizia con Lui. Il libro esamina dapprima la "natura del credere" (nature of belief) dal momento che, secondo alcuni teologi, la fede consiste nel "credere che Dio esista e certe verità su di Lui", e approfondisce la domanda suscitata dall'A. stesso su quanto debbano essere forti tali atti di fede. La "credenza razionale" (rational belief) è quella a cui l'uomo sceglie di aderire dopo un'indagine che abbia dimostrato che tale religione è più probabilmente vera di altre confrontate (cap. 3: "The Value for Rational Belief" e cap. 7 "The Comparison of Creeds") e che condurrà a guadagnare gli scopi per cui si crede (la salvezza personale e per altri, l'adorare e l'obbedire a Dio; cap. 5 "The Purpose of Religion"). La "natura del fidarsi" (nature of trust) viene ad essere argomento fondamentale del saggio, poiché, secondo alcuni altri studiosi, la fede consiste nel credere in Dio, nel senso di confidare in Lui e di porre la propria speranza e fiducia nelle Sue mani. L'A. si chiede se sia possibile aver fiducia (trust) in Dio senza credere (belief) che Egli esista, e se, a questo proposito, sarebbe razionale un tale atteggiamento da parte del credente. La conclusione dell’A. è che la fede debba includere sia il credere in Dio sia il fidarsi di Lui, anche se è del tutto lecito, anzi è un dovere (duty) dell'uomo, cercare e esaminare le credenze religiose e poi decidere quale sia giusto seguire. Tuttavia, al termine di questo percorso, «un uomo — scrive l'A. — che ha trovato, seguendo un cammino di riflessione, una comprensione più profonda e “più evidente” del mondo, un modo di vivere valido e una felicità più completa e si sente convinto della presenza divina e del perdono (remissione dei peccati), potrebbe davvero credere che siano in realtà più probabilmente veri tali risultati dei singoli articoli (items) del credo che inizialmente credeva solo più probabili di altri simili messi in confronto»(p. 200).