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Il sistema periodico

Primo Levi

Einaudi,
Torino 2014
pp. 248
Anno di edizione originale: 1975
ISBN: 9788806219505

Primo Levi (1919-1987), noto autore di Se questo è un uomo (1947) e La tregua (1963), nei quali narra la propria esperienza di deportato nel campo di concentramento nazista di Auschwitz e, successivamente, il suo viaggio di ritorno a Torino, prima ancora che scrittore fu un uomo di scienza. Laureatosi nel 1941 in chimica all’Università di Torino, prima e dopo la Seconda guerra mondiale esercitò la sua professione in campo industriale, lavorando per trent’anni presso la fabbrica torinese di vernici SIVA. Letteratura e chimica si incontrano nella raccolta di racconti intitolata Il sistema periodico (1975) in cui, prendendo spunto dagli elementi della tavola periodica di Mendeleev, l’autore narra episodi della sua storia familiare (Argon) e della sua vita professionale (Stagno), gli anni dello studio universitario (Zinco) e quelli drammatici nel campo di concentramento (Cerio), il primo impiego nei laboratori chimici di una miniera (Nichel) e l’attività nella fabbrica di vernici (Vanadio). Non mancano racconti di finzione, come Mercurio Piombo, in cui però rimane costante l’utilizzo della chimica come lente attraverso la quale osservare il mondo e le vite dei personaggi narrati. La materia, colta nella sua concreta composizione chimica, viene assunta da Levi come materia narrativa e distillata, trasformata, trasfigurata in letteratura. Come scrive Claudio Magris sul Corriere della sera (19 novembre 2002), «Il sistema periodico è la narrazione di questi eventi e di questi processi;una narrazione umanistica perché racconta e analizza, nelle metafore del lavoro di laboratorio, l’umanità concreta nella sua poesia, nelle sue paure, nei suoi slanci, nelle sue inibizioni, nei suoi sentimenti, nei gesti delle sue mani e nei pensieri del suo cervello». Conclude la raccolta un racconto intitolato Carbonio, in cui lo scrittore narra appunto la vicenda di un atomo di carbonio, i suoi molteplici percorsi, trasversali alle ripartizioni tra vivente e non vivente, mettendo in comunicazione l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, in un gioco di variazioni di scala che testimoniano come scienza e letteratura possano cooperare nel generare visioni del mondo che vanno al di là della misura umana.