Il volume raccoglie alcuni scritti filosofici e letterari di Erwin Schrödinger (1887-1961), fisico austriaco insignito del premio Nobel nel 1933. Si tratta di un’edizione in lingua italiana messa a punto in occasione del centenario della nascita dell’A. I saggi dimostrano come gli interessi filosofici dello scienziato costituissero «la base della sua visione scientifica della fisica» (p. 8), guidassero le sue scelte di ricerca e fornissero elementi di valutazione per le teorie fisiche a lui coeve, la meccanica quantistica innanzitutto.
La mia visione del mondo si compone di due parti, entrambe pubblicate originariamente nel 1960: Alla ricerca di una via, risalente al 1925, e Che cosa è reale?, scritto poco dopo aver lasciato l’insegnamento universitario a Vienna. In essi sono evidenti gli influssi della filosofia di Schopenhauer e dei Veda, secondo cui il mondo sarebbe una rappresentazione mentale e la mente individuale una manifestazione di quella Universale. Ne deriva la possibilità di una comprensione razionale del mondo fisico, contro l’approccio probabilistico della meccanica quantistica, impossibilitata a fornire una determinata “visione del mondo”. I temi trattano, tra gli altri, la natura dell’io e della coscienza, lo statuto della materia, l’etica.
Redatto poco prima della morte avvenuta nel 1961, La mia vita – che l’edizione italiana raccoglie nel medesimo volume – si concentra su fatti determinanti della biografia dell’autore. Particolare attenzione è rivolta alla figura del padre, così come alle persone che accompagnarono Schrödinger nella sua vita privata e professionale.
La terza parte del volume è costituita dalla raccolta Poesie, apparsa nel 1949. Essa include 34 brevi componimenti (il testo originale in inglese e in tedesco è riportato a fronte), più 6 liriche tradotte dall’A. dall’inglese al tedesco. Tra i motivi maggiormente ricorrenti in queste poesie vi sono l’amore femminile, la caducità delle cose, la fusione con Dio. Ispirate alla letteratura mistica occidentale e orientale, le poesie si richiamano a un mondo perduto di felicità primordiale, nuovamente raggiungibile attraverso l’amore. Estasi amorosa e unione mistica vengono dunque intesi come mezzi per ritornare a una presunta fusione primigenia col mondo. Sebbene, a prima vista, l’interesse per la filosofia e per la mistica potrebbe risultare un risvolto originale nel pensiero di un uomo di scienza, come ci ha ben illustrato la storia della scienza il caso di Schrödinger non è per nulla isolato.
Come scrive il curatore Bruno Bertotti, i testi raccolti nel presente volume permettono «di accostarsi, a un livello raramente possibile, alla personalità di un grande scienziato e un grande uomo» (p. 12). Oltre che a storici e filosofi della scienza, sono indirizzati a un largo pubblico appassionato di questioni tanto filosofiche quanto scientifiche, anche grazie a una scrittura particolarmente agevole e una traduzione accessibile.