Le due culture
Feltrinelli, Milano 1977
Il volume presenta la traduzione italiana, con una prefazione di Ludovico Geymonat, della nota conferenza The two cultures and the scientific revolution, tenuta nel 1959 dallo scienziato e romanziere inglese Charles Percy Snow a Cambridge, cui seguirà qualche anno dopo una considerazione supplementare (Le due culture: successive considerazioni, 1963), anch’essa riportata in appendice all’edizione italiana. La tesi di Snow prende avvio dalla constatazione di una evidente “incomunicabilità” fra uomini di scienza da una parte e letterati o umanisti dall’altra, manifestata da una reciproca ignoranza circa le conoscenze basilari ed essenziali delle rispettive discipline. Premi Nobel di diverse materie possono coincidere a Cambridge in una medesima cena, ma non avere alcun argomento di conversazione in comune. Tale situazione – le cui radici vengono collocate dall’A. nel sistema educativo inglese, paragonato con quello di altre nazioni, e nella rapidità con cui le rivoluzioni industriale e scientifica si sono affermate, senza che la cultura umanistica si rendesse conto di cosa stesse succedendo – non è un mero dato di fatto, né una semplice circostanza aneddotica senza particolari conseguenze. «Persone che hanno avuto la più intensa e ricca preparazione culturale che sia a nostra conoscenza, non riescono più a comunicare tra di loro sul piano dei loro principali interessi culturali. È questo è un fatto grave per la nostra vita creativa, intellettuale e, sopra tutto, morale. Questa situazione ci porta ad interpretare il passato in maniera errata, a non capire il presente, ed a precludere ogni speranza per il futuro. Essa ci rende difficile od impossibile intraprendere l’azione giusta» (p. 60). Il divario fra formazione scientifica e formazione umanistica, e in generale la scarsa formazione scientifica presente nella cultura di base di una società, fa sì che al momento in cui i politici o i pensatori debbano prendere decisioni di ampia portata sociale, questi debbano inevitabilmente fidarsi dei dati loro forniti dagli scienziati, senza poter valutare con competenza i limiti e la portata di quanto essi propongono. La scarsa conoscenza scientifica conduce inoltre a vedere nel progresso tecnico-scientifico una sorta di “stregoneria per iniziati”, senza rendersi conto delle enormi potenzialità per lo sviluppo e il benessere dei popoli insite nelle scoperte e nelle applicazioni della scienza, oppure conducendo ad abbracciarle con ingenuità e insufficiente spirito critico. Sebbene le considerazioni di Snow siano debitrici ad un certo pragmatismo (la scienza viene vista come fonte di soluzione di buona parte dei problemi dell’umanità ed è questo il motivo per cui gli umanisti dovrebbero conoscerla di più), il suo saggio rappresenta un’analisi di indubbio valore storico, chiara e incisiva, che ha generato e continua a generare reazioni e riflessioni anche ai nostri giorni. Un significativo brano tratto da Le due culture è proposto nella pagina di Documentazione Generale di questo Portale, alla sezione Interdisciplinarità e Unità del Sapere.