Si tratta di un saggio breve ma denso, costruito proprio attorno al suo titolo: “Quando la scienza si trova a confrontarsi con la religione” come svilupparne il reciproco rapporto e quali sono le modalità di confronto e di dialogo? La risposta dell’A. riprende le quattro modalità già introdotte dall’A. in altri suoi volumi: il conflitto, l’indipendenza, il dialogo e l’integrazione. Da quanto è nata la scienza, nel XVII secolo, scienza e religione si sono confrontati e comportati a volte come nemici, altre come sconosciuti, altre ancora come compagni. Alla luce di questo schema di confronto, ormai classico, i successivi cinque capitoli del saggio esaminano più approfonditamente questi quattro modi di relazione tra scienza e religione, esaminando alcune tematiche classiche: le ricerche e le scoperte dell’astronomia e della cosmologia in confronto con la nozione di creazione, le implicazioni della fisica quantistica, l’evoluzione e il concetto di creazione continua, le neuroscienze e la natura umana, il rapporto tra Dio e la natura, la sua azione in un mondo governato da leggi fisiche e coinvolto nel corso della storia. La struttura del saggio presenta tutti i punti di vista e le diverse soluzioni che, nel corso dei secoli, sono emerse e sono state seguite (o rifiutate), si sono delineate e sono oggi tuttora dibattute e approfondite da scienziati, filosofi e teologi. Il testo, per la sua impostazione, può essere particolarmente adatto per un suo uso didattico. La posizione dell’A., sostenitore del dialogo e soprattutto fautore di un’integrazione tra scienza e religione, con un certo interesse per la filosofia e la teologia del processo, non “domina” tuttavia il testo, anche perché l’A. stesso riconosce, ad esempio, alcuni spunti positivi presenti nella posizione di reciproca autonomia. Infine, l’A. ricorda più volte come la visione del mondo e la conoscenza di Dio che l’uomo possiede siano entrambe parziali e limitate, e come sia necessario, di conseguenza, un continuo e profondo dialogo fra scienza e religione per poter procedere nella conoscenza e nel progresso di ambedue, per il bene dell’umanità.