L’intento dell’autore è quello di presentare le concezioni teologico-scientifiche espresse da Galileo Galilei e dal cardinale Roberto Bellarmino. Le visioni dei due protagonisti sono state inquadrate dall’A. all’interno del contesto del tempo, con particolare riferimento agli orientamenti teologici. Il primo capitolo di questo lavoro, infatti, descrive il clima culturale derivato dal Concilio di Trento e, più specificamente, le conseguenze scaturite in seguito alle disposizioni emanate in seno alla sua quarta sessione. Dopo aver illustrato, rispettivamente nel secondo e terzo capitolo, le opinioni in campo teologico e scientifico di Galilei e Bellarmino, il quarto viene dedicato alla posizione sostenuta dal Carmelitano Paolo Antonio Foscarini, la cui Lettera sopra l’opinione dei Pittagorici e del Copernico fu l’unica opera interamente condannata in occasione della prima messa al bando delle tesi copernicane nel 1616. La spiegazione dell’impostazione esegetica che prevalse durante il processo di Galilei è il contenuto del quinto capitolo; questo argomento viene completato in quello successivo, nel quale si analizzano le diverse visioni presenti all’interno della scuola gesuita. Queste ultime, in mancanza di una valida dimostrazione del movimento terrestre, vertevano essenzialmente sulla scelta di una cosmologia geostatica che, tuttavia, si fondasse sul calcolo matematico come base di conoscenza dell’astronomia. Questo punto di vista, che già si distacca dall’aristotelismo proprio per l’importanza riconosciuta allo strumento matematico, culminò nella scelta del modello geo-eliocentrico di Tycho Brahe, operata da parte di diversi scienziati della scuola gesuita: un modello che era in grado di inquadrare sia gli ultimi sviluppi della disciplina astronomica sia l’apparente significato geostatico di alcuni versetti biblici. Il volume si chiude con un capitolo dedicato ad una riflessione generale sul concetto di verità nel dominio scientifico ed in quello religioso, e con delle appendici che riportano alcune traduzioni di testi particolarmente significativi per le tematiche trattate. Tra questi testi si segnalano le Lettere di Galilei al Castelli e a Piero Dini, il commento al Libro di Giobbe (versetto 9,6) del teologo agostiniano Diego de Zuñiga, l’opera già citata di Foscarini e la Lettera a quest’ultimo scritta proprio dal cardinale Bellarmino. Sebbene l’esegesi della teologia del Concilio di Trento proposta dall’A. meriti alcune precisazioni, nel suo complesso il lavoro di Blackwell è una valida introduzione alle questioni relative al caso Galilei, dimostrando come la vicenda galileiana sia legata a problematiche molto più complesse rispetto a quanto spesso si legge nei lavori divulgativi o nei manuali scolastici.