The World and the Word. Between Science and Religion

Michael Heller, matematico, filosofo e sacerdote cattolico, è professore presso la Pontificia Università Giovanni Paolo II di Cracovia e membro dello staff Dell’Osservatorio Vaticano; è stato docente di filosofia della scienza e logica presso l’Istituto teologico di Tarnow. Nel 2008 è stato insignito del premio Templeton, conferito alle personalità che hanno contribuito maggiormente al dialogo fra religione e pensiero scientifico. Nel presente libro, l’A. prende in esame le possibilità della conoscenza di fede in un mondo dominato dai metodi e dai risultati delle scienze. “Per molte persone che vivono in questo mondo e che sono cresciute, consciamente o inconsciamente, nella tradizione positivista, la fede religiosa è semplicemente impossibile non tanto in quanto contraria ad alcune conclusioni della scienza, ma piuttosto in quanto eliminata grazie all'estensione dei metodi scientifici a tutte le aree della attività umana. Il libro mostra che una tale posizione si basa su un atto di fede irrazionale.” (p.12) Heller rileva come nella società contemporanea il conflitto tra “science and faith” si sia spostato dal piano dei “contenuti” a quello della “mentalità”. L’atteggiamento scientifico sembra non lasciare spazio a quello religioso; la volontà e l’ambizione umana di controllare la realtà hanno ridotto a zero “la sfera del sacro”, che comprendeva ciò che l’uomo non poteva spiegare o controllare. E tuttavia scrive l’A.: “La fede religiosa dà una nuova dimensione all’essere umano e al mondo. È la dimensione del Significato e del Valore. […] La possibilità della fede è un requisito dell’esistenza. Solo se si vive in un mondo di Valore e Significato vale veramente la pena di occuparsi di scienza”. (p. 175)

L’opera, come specificato dall’A. nell’Introduzione, non ha l’intento di essere divulgativa; il linguaggio filosofico utilizzato è talvolta complesso. Si compone di 15 capitoli, suddivisi in cinque sezioni: 1. Antinomie; 2. Di seconda mano; 3. Conoscere – Credere; 4. Linguaggio e simboli; 5. Verso una sintesi.

Nella prima sezione, Heller cerca di cogliere il significato del problema del rapporto tra scienza e fede in un quadro generale e in chiave storica, contestualizzandolo in particolare in ambito contemporaneo. Le riflessioni lo portano ad individuare quella che egli chiama “stranezza”: la scienza è il prodotto di un’attività umana, la fede è per definizione accettazione di una “voce dall’alto”. L’attività razionale dell’uomo può aiutare a valutare la credibilità di questa “voce”, ma essa richiede prima di tutto un’accettazione. Le distinzioni metodologiche che caratterizzano i due ambiti sono all’origine anche delle resistenze psicologiche. “Il primo e più essenziale conflitto tra scienza e filosofia deriva dal fatto che una mente abituata ai metodi della riflessione scientifica e all’indagine umana indipendente della realtà, esita ad accettare “informazioni dall’esterno””. (p. 34)

La seconda parte comprende un insieme di riflessioni svolte dall’A. a seguito di letture fatte. In questa sezione l’A. affronta in maniera profonda alcune questioni emerse già dai primi capitoli. L’A. analizza il periodo della cosiddetta “rivoluzione meccanicistica” quando la nascente attività delle scienze ha contribuito a formare nell’uomo una nuova visione del mondo, basata quasi esclusivamente sulla meccanica newtoniana. Si sofferma in particolare sulla visione teologica di Newton. Prende in esame quindi il periodo dominato dalla filosofia neopositivistica cui corrisponde il tentativo di minare la ragionevolezza di qualsiasi questione non possa essere definita dal ristretto ambito dell’empirismo scientifico. In questa sede, l’A. riflette sull’opera di Ayer, Language, Truth and Logic (1936), sulle asserzioni relative al non senso delle proposizioni metafisiche e sulla critica alla religione. Gli ultimi due capitoli della sezione affrontano due questioni specifiche: 1. Le implicazioni teologiche dell’evoluzione dell’universo; 2. L’evoluzione della vita a partire dalle sue origini.

Nella terza parte dell’opera l’A. approfondisce la questione delle differenza tra il “credere” e il “conoscere”. Si sofferma sui significati del termine “fede religiosa” (religious belief) e analizza il concetto di “fede umana” (secular belief). Nella quarta parte la riflessione si concentra sul tema del linguaggio e sul confronto tra quello scientifico e quello religioso. Nell’ultima parte del libro, l’A. affronta il tema di una possibile sintesi tra scienza e fede e analizza l’opera di R. Trigg, Reason and Commitment (1973). Scrive Heller: “Prima di tutto, sia la religione (fede) che la scienza (conoscenza) sono specifici modi di pensiero, vie di approccio alla verità. E la verità è una, come è spesso detto. In secondo luogo, sia la religione che la scienza appartengono all’ambito delle attività umane. L’uomo cerca di armonizzare vari elementi di sé, anche se provengono da risorse metodologicamente molto distanti”. (p. 149)

 E. P.