Ai miei figli. Memorie di giorni passati

Pavel A. Florenskij (1882-1937) rappresenta una delle più straordinarie personalità di credente e uomo di scienza del XX secolo, purtroppo ancora poco conosciuta presso il grande pubblico. Dottore in matematica e fisica e in teologia, fu anche ingegnere elettrotecnico, filosofo della scienza ed epistemologo. Sacerdote ortodosso e padre di 5 figli, si distinse nella Russia comunista per la sua notevole produzione scientifica, giungendo a ricoprire importanti incarichi accademici, anche al servizio dello sviluppo civile e sociale del Paese. Molti hanno parlato di lui come del Leonardo da Vinci o del Pascal russo. Di Florenskij ha detto Sergej Bulgakov che in lui si erano incontrate la cultura e la Chiesa, Atene e Gerusalemme. Confinato nel gulag delle Isole Solovki fu fucilato presso Leningrado all’età di 55 anni. Le sue opere filosofiche consegnano una delle più alte sintesi di unità del sapere del pensiero ortodosso. Il volume Ai miei figli, curato da Natalino Valentini e Lubomír Zák, è una seconda importante raccolta epistolare dopo Non dimenticatemi. Lettere dal lager alla moglie e ai figli(Mondadori, 2000). Il volume presenta le riflessioni di Florenskij, messe per iscritto durante gli anni della maturità, sulla vita e sulla natura, sulle scienze e sulla religione. Si tratta di lettere dirette ai suoi figli, attraverso le quali l’A. ripercorre le sue esperienze a partire dall’infanzia, narrate con singolare intensità lirica, tracciando così le tappe di un processo cognitivo che offre delle progressive sintesi sulla sua visione della vita e del mondo. Di Florenskij sono disponibili in traduzione italiana anche La colonna e il fondamento (Rusconi, 1974), Le porte regali (Adelphi, 1977), Lo spazio e il tempo nell’arte (Adelphi, 1995), Il significato dell’idealismo (Rusconi, 1999).