Tra le interpretazioni proposte negli ultimi decenni, il libro di Redondi offre senz’altro la più provocante ricostruzione della vicenda galileiana. Costruito attorno ad una denuncia anonima di Galileo ritrovata dall’A. negli Archivi della Congregazione per la Dottrina della Fede, denuncia che vedeva nell’atomismo sostenuto da Galileo nel Saggiatore la negazione del dogma della presenza reale di Gesù Cristo nell’Eucaristia, questo saggio ripercorre gli anni più confittivi della questione galileiana, i rapporti fra Galileo, Orazio Grassi, Francesco Barberini, Urbano VIII e altri ancora. Anche se alcune delle tesi centrali del libro (secondo l’A. la vera ragione della condanna di Galileo non sarebbe il copernicanismo, ma la sua “eresia” eucaristica) non siano state accolte dagli studiosi, e alcuni dei suoi argomenti centrali, come l’attribuzione a Grassi della denuncia contro Il Saggiatore, siano stati smentiti, l’opera di Redondi ha avuto il pregio di riaprire le discussioni sulla stessa base documentale della nostra conoscenza della questione copernicana. La recente scoperta nell'Archivio dell'Indice di un documento contenente un parere sulla denuncia contro Il Saggiatore, attribuito a M. Inchofer (si veda il dossier pubblicato su Acta Philosophica 10 (2001), pp. 197–272), mostra come ci siano ancora aspetti documentali da approfondire nella complessa vicenda del caso Galileo.