Si tratta di uno studio sui meccanismi neurali alla base del funzionamento della mente che impiega esplicitamente come modello di riferimento quello del computer. La proposta degli autori non consiste nell’affermare che “la mente sia un computer”, ma nel sostenere che essa assomiglia piuttosto a una “rete di computers”. Sono infatti le cosiddette “reti neuronali” a spiegare la complessità della architettura della mente e il funzionamento delle diverse sue manifestazioni: calcolo, memoria e, secondo la visione degli autori, forse anche della coscienza, sebbene in questo caso si riconosca di non essere in grado di fornire una spiegazione totalmente soddisfacente. La prospettiva di questo saggio è chiaramente “fisicalista”: rifiutando cioè ogni schema dualista nella concezione della mente ( e quindi la separazione di un sostrato fisico da una realtà spirituale, o comunque meta-materiale), si afferma la costituzione fondamentalmente fisico-materiale della mente (mind), le cui proprietà certamente “emergono” da tale base materiale, ma non possono in alcun modo staccarsi da essa. Questo libro rappresenta probabilmente bene una buona parte dell’attuale visione neuroscientifica della mente umana, anche se non mancano autori i quali, sulla scia di John Eccles, dissentono circa la capacità di spiegazione di tale modello, che ancora presenta molti punti deboli.