Julien Ries (n. 1920) sacerdote, dottore in teologia e in filologia e storia orientali presso l’università di Lovanio, professore, oggi emerito, presso l’università cattolica di Lovain-la-Neuve (UCL) di storia delle religioni (1968-1990), può considerarsi uno dei fondatori della contemporanea fenomenologia delle religione dopo i pionieristici lavori di Rudolf Otto e la sistematica data a questo orientamento da Mircea Eliade. L’ampio volume illustrato, con prefazione di Fiorenzo Facchini, presenta ed esamina la documentazione storico-antropologica oggi disponibile per tentare di dare risposta alle principali domande sull’origine della religione: com’è nata la religiosità umana?, come si sono sviluppate le diverse religioni?, quali erano le prime credenze? L’A. si propone di delineare la storia del senso religioso nell’era preistorica mostrando la comparsa dell’“homo religiosus”, ossia di “colui che crede nell’esistenza di una trascendenza situata al di fuori di questo mondo ma che si manifesta in questo mondo a beneficio dell’uomo” (p. 155), una presenza che si può far risalire fin dall’epoca dell’homo habilis e dell’homo erectus. L’uomo, grazie alla sedentarizzazione e con i progressi e lo stile di vita che questa lo porta a svolgere, raggiunge nel tempo una capacità astrattiva e simbolica, costruisce templi e santuari, conquista la scrittura. Egli diviene così “homo symbolicus”, ovvero creatore di cultura, protagonista di un’esperienza religiosa e di un’esperienza del sacro. Utilizzando un metodo di lettura nel contempo storico, fenomenologico ed ermeneutica, e sfruttando le recenti scoperte in paleantropologia, preistoria e protostoria, l’A. presenta, attraverso una storia delle civiltà e delle arti figurative, i documenti che attestano la nascita delle religioni nel Neolitico, ma che fanno ritenere come il senso religioso fosse presente anche in epoche precedenti, sebbene non ne siano state trasmesse prove. Il saggio, di immediata e gradevole lettura, permette al lettore interessato — anche non studioso della disciplina — di comprendere la continuità che i contenuti dell’esperienza religiosa delle grandi religioni occidentali e orientali hanno con le espressioni religiose delle epoche precedenti e lo guidano, anzi lo trasportano, attraverso il percorso compiuto dall’uomo verso il trascendente, dalla sua comparsa sulla terra — a partire dalla contemplazione della volta celeste ai riti nelle grotte del paleolitico, dal rito del fuoco alle prime sepolture dell’homo sapiens — per poi condurlo dalla ierofania alla teofania, di cui sarà depositaria, ad esempio, la tradizione abramitica, con uno degli esempi più manifesti.