L’opera collettiva, a cura della Pontificia Accademia per la Vita, raccoglie una serie di studi monografici di livello eccellente che commentano i punti nodali dell’enciclica di Giovanni Paolo II Evangelium vitae (1995), un documento fondamentale per chiunque si voglia accostare ad una riflessione sull’origine, natura e dignità della vita umana alla luce della Rivelazione biblica e dell’insegnamento della Chiesa. In questo volume non viene presentato semplicemente un commento al testo pontificio, ma si individuano le questioni più importanti e si affrontano in ottica interdisciplinare i fondamenti e le conseguenze più rilevanti delle medesime. La prima parte, di stampo filosofico, descrive con una certa ampiezza l’ambiente culturale che caratterizza la nostra epoca, allo scopo di raggiungere ed enucleare le radici di quel fenomeno inquietante che Giovanni Paolo II ha definito “cultura della morte”. Questa si configura come un'anticultura perché, anzichè essere «umanizzante», ottiene l'effetto inverso. Il soggettivismo e l'individualismo costituiscono la radice su cui questa cultura si appoggia. Problemi quali la tolleranza o il rapporto tra la democrazia e il relativismo vengono qui trattati con puntualità ed acume.
La seconda parte presenta studi di stampo più teologico, che cercano di determinare la portata del pronunciamento magisteriale e di descrivere alcune categorie fondamentali che vi compaiono, come ad esempio quella di “Vangelo della vita”, il rapporto tra legge naturale e Rivelazione, l'amore come risposta al mistero del peccato, l'uomo come immagine e creatura di Dio - «Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi» (Sal. 139/138,16). La terza parte affronta più direttamente tematiche di teologia morale e approfondisce alcuni contenuti specifici del documento: pena di morte, aborto, contraccezione, ecc. La quarta parte, forse la più originale del volume, considera alcuni aspetti ancora più marcatamente interdisciplinari: questioni di carattere giuridico (alcuni elementi del diritto canonico e della legislazione civile), sociologico (aspetti socio-politici dell’aborto, pianificazione demografica) e biologico (statuto ontologico dell’embrione, fecondazione artificiale, interventi su embrioni e feti). Infine, l'ultima sezione del commento affronta alcuni problemi pastorali, suggerendo indicazioni per uno sviluppo della cultura della vita in tutti i suoi aspetti. Gli studi sono di carattere piuttosto tecnico, più adatti a un approfondimento che a un’introduzione; ma il linguaggio non è mai troppo avanzato e nel complesso i singoli contributi possono essere serenamente affrontati da chiunque abbia una minima preparazione di base nelle singole discipline in questione. Nel complesso il libro costituisce uno strumento utilissimo e molto ben calibrato per chi cerchi una migliore comprensione dell’Enciclica e più in generale per scoprire orizzonti nuovi, attuali e spesso sorprendenti della bioetica.