L’interesse dell’A. verso la filosofia della mente, di cui è l'esempio forse più completo il saggio qui presentato, The Rediscovery of Mind (MIT, 1992), è conseguenza dei suoi studi prima sugli atti linguistici (Atti linguistici, 1976) e poi sull'intenzionalità (Della Intenzionalità, 1985), tanto che egli al momento considera la filosofia del linguaggio una branca della stessa filosofia della mente. In particolare, il testo riassume le idee presentate nel corso da lui tenuto a Berkeley e in Europa, presso le università di Francoforte, Venezia, Firenze e Berlino, nei primi anni '90, e propone una nuova riflessione sulla mente, che si distacca dalle teorie e dalle opinioni dominanti, che l’A. ritiene frutto di alcune impostazioni di base per lo più erronee. La tesi centrale del libro consiste nel confutare la concezione secondo cui la mente viene associata ad un programma computazionale. Nei primi tre capitoli introduttivi, presentando una sorta di storia della filosofia della mente, Searle critica sia gli eccessi della teoria materialista della mente, sia la corrente opposta nota sotto l'etichetta di "dualismo delle proprietà". Il filosofo sostiene che la coscienza e gli stati mentali sono elementi irriducibili della mente; sono sì stati neurologici che però non possono essere osservabili e determinabili esternamente. Nei capitoli centrali, l’A. passa a caratterizzare in maniera molto chiara e lucida cosa egli intenda per “coscienza”, rispondendo a cinque quesiti: a) quale sia la collocazione della coscienza nella natura; b) quali siano gli errori del metodo riduzionista; c) quali siano le proprietà strutturali della coscienza; d) che relazione vi sia tra coscienza e inconscio e, successivamente e) tra la coscienza, l'intenzionalità e il concetto di “sfondo” (background). Infine, dopo aver spiegato quale posto meriti la coscienza nel mondo e aver superato le posizioni dualistiche, proprie dell'introspezionismo, nel capitolo nono Searle esamina le difficoltà che quest’ultimo pone alla scienza cognitiva e ad alcune tesi dell'Intelligenza Artificiale. Nel capitolo finale, l'A. suggerisce l'inizio di una nuove ed "autentica" ricerca, che possa davvero arrivare ad una riscoperta della mente attraverso una riforma degli approcci ai più vari fenomeni mentali. Tale riscoperta potrebbe così non trascurare o sottovalutare nessuna delle complesse componenti della mente, che restano tutte indispensabili secondo Serale.