I materiali raccolti nel volume sono sorti in tempi diversi, il che, pur non nuocendo alla perspicuità del testo, rende opportuna un’attenta lettura della Prima parte (“Problemi di metodo”), indispensabile per comprendere i presupposti dai quali l’autore muove nella successiva trattazione delle singole questioni bioetiche. Se la sistematicità espositiva può apparire carente, e ciò sembrerebbe privare l’opera delle caratteristiche di un manuale istituzionale, la coerenza teoretica rispetto agli assunti dichiarati nella prima parte e il rigore logico che caratterizzano la trattazione dei diversi problemi concreti, ne fanno senz’altro un testo di riferimento per chi ne accetti i presupposti e gli intenti. Il rifiuto del relativismo etico, ma anche di una metafisica troppo approssimativa, suggeriscono la fondazione di una nuova epistemologia, memore della interdisciplinarità della bioetica, ma fiera al contempo delle proprie peculiarità. L’A. si ispira all’edificazione di un nuovo diritto naturale, fondato non su un principio convenzionalistico, bensì sul riconoscimento della specifica identità umana e sul valore della persona. L’approccio personalista e l’affidamento sulla consistenza assiologica e veritativa del reale non impediscono all’autore di rimanere aperto ad un onesto dialogo sul senso stesso della vita, in vista di un accordo costruito sul razionale consenso fra gli uomini, e quindi filosoficamente rigoroso, ma anche politicamente spendibile. Le fondamenta dell’intero discorso morale vengono rintracciate in una doverosa fiducia nel ruolo della relazionalità umana, essenza e motore non solo della ragione, ma della stessa precomprensione o intuizione che ciascuno possiede di sé e della realtà. Nella Seconda parte dell’opera (“Questioni bioetiche fondamentali”) vengono inquadrati alcuni dei principali problemi bioetici (identità personale e familiare, fecondazione assistita, eutanasia, suicidio, diritti degli animali), e vengono suggerite soluzioni coerenti con l’impegno morale preannunciato e il rigore proprio della prospettiva giuridica. Infine, nella Terza ed ultima parte (“Minima bioethica”), caratterizzata dallo stile giornalistico e dall’analisi sintetica delle questioni presentate, l’A. raccoglie alcuni contributi, nati in diversi momenti per dar risposta a numerose questioni di stretta attualità, e spesso ispirati dal dibattito politico italiano: “La legislazione italiana e la difesa della vita”; “La legge italiana sull’aborto: riflessioni minime per la ripresa di un dibattito bioetico”; “I diritti del nascituro”; “La figura paterna nella fecondazione assistita”; “Il diritto alla salute”; “Gli equivoci della bioetica laica”; “La bioetica (laica) e il problema della tecnica”; “Perchè i comitati di bioetica?”. Si tratta di un’opera senza dubbio di riferimento per questo settore, firmata da uno studioso che ha maturato una notevole esperienza non soltanto nella ricerca personale, ma anche nel delicato contesto del dibattito pubblico.