Filosofia analitica della religione. Un’introduzione storica

A distanza di circa trent’anni dal primo lavoro dedicato al rapporto esistente tra la filosofia analitica e il problema teologico, e a quasi quindici dalla pubblicazione di una seconda opera sul medesimo tema, Mario Micheletti, docente di Filosofia morale ad Arezzo, è tornato di recente a discutere questo argomento in un libro intitolatoFilosofia analitica della religione. Un’introduzione storica, nel quale aggiorna il lettore sugli sviluppi fatti registrare dalla riflessione religiosa all’interno del grande filone del pensiero analitico. La filosofia analitica si presenta come una riflessione sul linguaggio e sul suo funzionamento: in questo contesto, facendo perno sull’applicazione al linguaggio religioso del principio della verificabilità empirica introdotto dal positivismo logico, all’interno di essa sembrò affermarsi una linea decisamente antimetafisica e atea, o quanto meno negatrice di ogni valenza conoscitiva della religione. Ben presto, tuttavia, si levarono voci diverse, capaci di indicare ulteriori direzioni speculative: fu in particolare il caso di Ludwig Wittgenstein, che seppe esercitare un influsso decisivo sulla filosofia della religione, e al quale non casualmente, Micheletti dedica il capitolo centrale del suo libro, in cui viene proposto un collegamento assai suggestivo tra il filosofo austriaco e Kierkegaard, accomunati nello sforzo di dare una risposta al “problema di Lessing”, ovvero se e come possa darsi un passaggio dimostrativo da verità storiche contingenti a verità razionali necessarie. L’analisi di Micheletti si amplia poi agli sviluppi più recenti della filosofia analitica della religione e prende in considerazione i pensatori di ispirazione wittgensteiniana e la cosiddetta epistemologia riformata che ha nell’americano Alvin Plantinga il rappresentante più significativo. Nell’ultimo capitolo, l’autore si sofferma a studiare l’opera di pensatori quali Swinburne, Macie e Haldane. Opera decisamente adatta agli specialisti, frutto di un accostamento freddamente rigoroso ai problemi trattati, questo libro di Micheletti fa il punto su questioni molto rilevanti, quali il significato della fede, lo statuto dei predicati divini, la fondatezza delle prove dell’esistenza di Dio, il valore della teologia naturale, mettendosi nella prospettiva della filosofia analitica, la quale, esaminando a fondo il problema del linguaggio, ci dice che “v’è davvero dell’ineffabile. Esso mostra sé, è il mistico” (L. Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus).