L’A., nato a Budapest, è docente di teologia sistematica alla Facoltà di teologia cattolica di Würzburg (Germania). Il libro ha come idea di fondo quella di esplorare le basi di una possibile “teologia della natura”, di una teologia, cioè, che da un lato offra una visione della natura in quanto natura, alla luce della Rivelazione, e dall’altro si proponga di tener conto dei risultati scientifici al momento di esporre e di approfondire la dottrina cattolica. Per raggiungere questo scopo l’A. si occupa principalmente di coloro che hanno offerto una riflessione sulla natura, sia scienziati, sia pensatori religiosi. Il volume cerca pertanto di “costruire ponti” fra la visione della natura emergente dal pensiero degli scienziati e quella presente nel pensiero dei mistici (cristiani e non). Il rapporto fra Dio, uomo e natura, viene dunque esaminato secondo diverse prospettive, impiegando come fonti gli uomini di scienza (da Galileo e Newton in poi), il pensiero religioso associato alle filosofie orientali di matrice non cristiana e, infine, il pensiero di alcuni mistici cristiani. L’idea di fondo del lavoro è lodevole. Può risultare anche utile per conoscere in modo sintetico le concezioni di Dio e della natura nell’induismo, nel buddismo, nel taoismo, ed anche in mistici cristiani come Eckhart e Ildegarda di Bingen. La trattazione presenta però alcuni limiti. In primo luogo, il tentativo di cercare dei collegamenti fra queste diverse tradizioni filosofico-religiose può portare a qualche forzatura che, senza distanziarsi dalla dottrina cattolica, potrebbe causare fraintendimenti nel lettore non esperto; in secondo luogo la conoscenza del dato scientifico e la riflessione sul pensiero degli scienziati è quasi sempre di seconda mano e manifesta talvonta qualche imprecisione scientifica o ingenuità. Ha tuttavia il pregio di far capire che la comprensione del pensiero induista e buddista è assai più delicata e complessa di quanto a prima vista si pensi. Aiuta dunque ad evitare frettolose qualifiche di panteismo o di sincretismo verso autori e fonti di pensiero che richiedono invece un’analisi documentata e accurata.