Considerato uno dei padri fondatori dell’astrofisica, Arthur Eddington oltre che brillante ricercatore fu anche un appassionato divulgatore scientifico. Il libro in questione raccoglie le Gifford Lectures tenute dall’A. all’Università di Edinburgo nel gennaio-marzo del 1927, e tratta delle conseguenze filosofiche che hanno fatto seguito ai grandi cambiamenti avvenuti nel pensiero scientifico con l’avvento della relatività e della meccanica quantistica. Teorie, queste, che hanno condotto a nuove, insolite concezioni del mondo fisico. Ma è anche vero che questi nuovi sviluppi scientifici offrono al filosofo materiale nuovo su cui riflettere. Si tratta di un lavoro che l’A. riconosce essere “extra-scientifico”, e viene da lui intrapreso con la giustificazione, da lui vivamente avvertita, di “fornire una migliore visione di tutto il dominio della scienza”. I primi 11 capitoli sono dedicati alle nuove teorie fisiche, alle ragioni della loro adozione ed ai concetti che sembrano sostenerle. Negli ultimi 4 capitoli si cerca invece di posizionare questa nuova visione scientifica del mondo relativamente agli aspetti più vasti dell’esperienza umana, compresa quella religiosa. Lo scopo del libro, dichiarato dall’A., è “render chiara la visione scientifica del mondo quale essa è oggi, e, là dove fosse incompleta, indicare la direzione verso cui le idee moderne sembrano tendere”.