The Aesthetics of Science. Beauty, Imagination and Understanding

Il volume è un’opera collettiva, in inglese, che desidera sottolineare il ruolo che la creatività e l’immaginazione svolgono nella formulazione di teorie scientifiche, e quanto delle considerazioni di ambito estetico possano avere un impatto sia nella progettazione di esperimenti, sia nelle rappresentazioni visuali di concetti teorici.

I due curatori e molti degli autori sono studiosi di filosofia della scienza. Il livello di profondità del volume, sia per le questioni teorico-scientifiche, sia in campo filosofico, è piuttosto elevato, facendone una lettura specialistica e non divulgativa.

La tesi del volume, rintracciabile anche nei vari contenuti proposti, è che il giudizio estetico è ampiamente presente nella pratica scientifica, fin dalla costruzione delle teorie, che spesso si desidera siano eleganti; queste sono talvolta paragonate ad opere d’arte, tali sia nella presentazione dei risultati che ad un giudizio complessivo.

Uno degli sviluppi filosofici che hanno permesso di poter avanzare una teoria estetica della scienza è il concetto di "rappresentazione": se nell’epoca positivista l’approccio alla teoria scientifica era principalmente sintattico (le teorie scientifiche erano espresse attraverso una serie di proposizioni di cui si intendeva dimostrare la verità), a partire dagli anni ’60 il modello semantico ha posto al centro della teorizzazione scientifica la costruzione di un modello, ovvero una rappresentazione del mondo. Se il nucleo delle teorie scientifiche è il modo in cui queste rappresentano la realtà, allora si apre la possibilità per esse di possedere un valore estetico.

Contemporaneamente a questi avanzamenti, gli studiosi della scienza si sono interessati al concetto di creatività e come questa abbia un ruolo nella produzione scientifica; o anche al concetto di sublime e alla possibilità che gli scienziati nella loro attività possano essere ispirati dalla ricerca della bellezza. Vi sono infatti molti aspetti della pratica scientifica in cui lo scienziato applica modi di pensare che si allontanano dalla logica semplicemente intesa, per avvicinarsi al campo dell’estetica. Molti scienziati infatti affermano di provare sentimenti di ammirazione, ma anche di riverenza, nei confronti della loro materia di studio, che percepiscono a volte come "misteriosa".

Nei contributi raccolti nel libro viene inoltre affrontata la questione se vi siano ragioni epistemologiche fondate per preferire ad un'altra una teoria che possegga alcune qualità estetiche, come la simmetria o la semplicità; la posizione sostenuta è che questi fattori non siano strumentali, né abbiano una influenza sulla pretesa di veridicità della teoria, ma riguardino piuttosto la facilità con cui essa venga o meno accettata. La bellezza di una teoria, dunque, anche se non ha direttamente un’influenza sul suo contenuto veritativo, rappresenta il modo in cui l’umanità percepisce e raffigura il mondo. Proprio per questo le teorie con la maggiore capacità di "rivoluzionare" il nostro modo di comprendere la realtà sono spesso teorie con un grande valore estetico. Le caratteristiche estetiche di una teoria sono dunque in grado di avere un maggiore impatto sulla nostra mente, e non vanno pertanto trattate come caratteristiche sussidiarie o secondarie.

   

Autore scheda bibliografica tematica
Giulia Capasso
2022