Questo volume di Joshua Moritz, voce importante nel campo degli studi su scienza e teologia, è un’introduzione generale al tema, in cui l’A. esplora la situazione contemporanea del rapporto tra scienza e religione, mostra l’infondatezza di molti pregiudizi e analizza le cause dei conflitti, per mostrare come entrambe possano invece cooperare in modo positivo.
Non ci sono dubbi che la scienza e la religione sono due delle maggiori forze di propulsione della società contemporanea, e che il loro rapporto possa esse a volte complesso e pieno di incomprensioni. Ma è altrettanto vero che, nei casi in cui uomini e donne di scienza e di fede sono riusciti a far funzionare questa relazione complicata, ne abbiano grandemente giovato.
Quando si parla di fede l’A. fa riferimento in alcuni casi a tutte le religioni, in quanto hanno certamente dei tratti in comune che permettono di parlarne in modo unitario, ma per la maggior parte del volume adotta una prospettiva cristiana, motivata in modo approfondito nell’introduzione.
Il testo inizia con alcuni capitoli introduttivi, in cui viene mostrata la nascita e la fondamentale infondatezza della convinzione che scienza e religione non possano che essere in conflitto, e come invece queste si possano sostenere a vicenda in modo positivo. Vengono inoltre mostrati i limiti dei due campi e di come non siano del tutto sovrapponibili.
Seguono poi i capitoli più originali dell’opera: Moritz affronta in modo molto onesto il tema delle situazioni in cui si è venuto effettivamente a creare un conflitto fra scienza e religione, e argomenta che nella maggior parte dei casi quel conflitto nasca dalla convinzione che uno dei due campi in gioco non debba avere limiti nella propria applicazione. Ecco dunque i fenomeni dello scientismo e del fideismo.
Seguono due capitoli che affrontano alcune fra le domande fondamentali che l’umanità si pone, suscitate e rese attuali dalle scoperte scientifiche: perché esiste qualcosa invece del nulla? e come funziona il processo della creazione?. Nel primo la risposta coinvolge il tema di un fine-tuned universe e delle riflessioni filosofiche e teologiche suscitate dalle teorie cosmologiche, mentre nel secondo vengono affrontati i temi dell’evoluzione e delle leggi di natura.
Di grande interesse il capitolo 7, che affronta il tema della Human Uniqueness attraverso le prospettive dello studio della Sacra Scrittura, della scienza, e della filosofia, e in cui l’A. mostra come non vi siano elementi peculiari che possano distinguere in modo netto l’umanità dagli animali, e ragiona dunque su come interpretare la nozione biblica della creazione dell’uomo a immagine di Dio, arrivando a conclusioni originali e interessanti.
Conclude l’opera un capitolo che analizza le prospettive future dell’umanità, anche da un punto di vista ecologico, e mostra come sempre più la mutua collaborazione fra scienze e religioni sia necessaria alla salvaguardia del Creato.