«Il rapido successo del sintagma “bioetica” è avvenuto anche a spese di una chiarezza epistemologica sulla natura della disciplina cui si riferisce e di una consapevolezza delle radici storiche prossime e remote delle questioni che tale disciplina intende affrontare» (p. 169). Tale questione è al centro della raccolta di saggi curati dal Cardinale Angelo Scola (n. 1941), filosofo e teologo, attuale patriarca di Venezia (2002), già vescovo di Grosseto e rettore della Pontificia Università Lateranense di Roma, con il chiaro obiettivo di elaborare “un’etica della vita” che pone la previa domanda “quale vita? (bíos)”. Il curatore – autore di altri testi sull’argomento come Questioni di antropologia teologica (1997) e L’Alba della dignità umana. La fondazione dei diritti umani nella dottrina di J. Maritain (1982) – ritiene indispensabile e urgente aprire una riflessione profonda e articolata su cosa sia e cosa s’intenda per “fenomeno vita”: è necessario che l’oggetto d’indagine della bioetica, disciplina ancora nuova, sia chiaramente definito perché l’indagine sia realmente scientifica e le discussioni e le controversie in corso siano davvero pertinenti e pregnanti. Il tentativo, che emerge dalla lettura del saggio, è di offrire una nuova concezione della bioetica in modo che le sue questioni controverse – da cui è sorta più di trent’anni fa, sull’onda delle nuove applicazioni scientifico–teconologiche – non si risolvano in un semplice patteggiamento tra le parti coinvolte, in cui ha la meglio quella che riesce a mettere in luce più astutamente o meno ingenuamente dell’altra le sue ragioni. L’impostazione fortemente empiristica e con “la messa al bando della teologia e di ogni riferimento religioso” (p. 169) richiede oggi una revisione e una riflessione più matura, che superi il superficiale approccio multidisciplinare – che nel dibattito evidenzia le differenti competenze scientifiche utili alla soluzione dei problemi, ma che non porta ad un giudizio morale – per soffermarsi sull’identità, le caratteristiche e i presupposti specifici del nuovo campo del sapere. Lungo il volume, risultato di un lavoro e di uno scambio proficuo tra gli studiosi di diversi centri universitari, lavoro cresciuto e sviluppatosi attorno alla ricerca svolta presso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia – di cui il curatore è stato Presidente nel recente passato – si cerca di dare una risposta il più possibile armonica all’esigenza di definire il fenomeno vita, non fermandosi agli aspetti e ai dibattiti che sono al momento al centro dell’attenzione, ma esaminando e ampliando la ricerca agli aspetti della letteratura bioetica attualmente meno indagati, ma non per questo marginali. Anzitutto, attraverso i contributi di S. Grygiel (Per guardare il cielo. Vita, vita umana e persona) , M. Hendrickx (La vita e la vita eterna), G. Zuanazzi (Etica e vita psichica e Vita, Etica e Esercizio della psichiatria), J. Laffitte (Vita umana: dono, vita e perdono) e dello stesso Scola (Differenza sessuale e procreazione) vengono esaminati gli aspetti antropologici della persona umana mentre la dimensione sociale è discussa nei saggi di W. Waldestein (Vita e vita sociale: pluralismo e regole sociali), P. Morandé (Vita e persona nella post-modernità) e D. Schindler (Sacralità della vita e cultura della morte). Il contributo di H. Hude (La temperanza, virtù ecologica) porta all’apertura di un rapporto rinnovato e adeguato dell’uomo nel cosmo e con il cosmo, e introduce ad una riflessione epistemologica della bioetica (L. Melina, Riconoscere la vita. Problematiche epistemologiche della bioetica), sul rapporto tra etica e biologia (R. Colombo, Vita: dalla biologia all’etica) e in primis sul fenomeno umano in quanto tale (D. Biju Duval, Il fenomeno umano. Vita ed etica). La bioetica – che oggi si fa carico della “vertigine dell’uomo di fronte a possibilità sconosciute e sconvolgenti per la loro portata” – deve rivelarsi come un’interrogazione all’etica intesa come responsabilità dell’uomo di fronte alle nuove capacità e possibilità di agire, riflettendo nuovamente e profondamente sui modelli e sulle sue fondamenta di fronte a situazioni totalmente inedite.