Le stelle dimenticate

Stelle dimenticate, come meteore comparse una volta, ma intercettate e restituite alla collettività grazie alla curiosità di una scrittrice che ha ricostruito questa storia e l’ha riportata in un libro intenso e denso di fatti storici, curiosità su tante donne, scienziate, che “misurarono il cielo”.

Le stelle dimenticate sono tante donne astronome che, dalla fine del XIX secolo, hanno contribuito con il loro lavoro alla conoscenza ed allo studio dei fenomeni celesti, annotando, misurando e fotografando la volta stellata. Donne che non avevano il diritto di voto ma che hanno scritto la storia della scienza.

Tutta questa storia è stata resa possibile grazie ad un’iniziativa pioneristica dell’osservatorio di astronomico di Harvard che dalla fine dell’800 cominciò ad assumere alcune donne come “calcolatori umani”. Queste donne erano signore di tutte le età, esperte di matematica, astronome dilettanti, mogli, sorelle e figlie di professori; alcune laureate, altre semplicemente appassionate.

Misuravano il cielo attraverso, un “universo di vetro”, ovvero circa mezzo milione di lastre fotografiche su cui erano impresse le immagini delle stelle. Con questo strumento furono in grado di fare scoperte stupefacenti: svilupparono un sistema di classificazione che fu accettato a livello internazionale ed è ancora in uso, intuirono la verità sulla composizione chimica dei cieli e definirono una scala per misurare le distanze nello spazio.

L’autrice, giornalista americana specializzata in divulgazione scientifica, ha scritto per il New York Times, il New Yorker, Life, Scientific Digest, con il romanzo Longitudine ha vinto il premio Pulitzer. The Economist ha scritto di quest’opera: «Una biografia intellettuale di grande ispirazione, che splende come splendono le stelle».

Il libro, scritto in forma romanzata, si avvale anche dei testi inediti dei diari e delle lettere, allontanandosi così dalla semplice silloge di profili biografici per restituire al lettore un quadro fedele dei personaggi e del contesto sociale e scientifico in cui hanno operato. Edito da Rizzoli che pubblica già da tempo le opere di Dava Sobel in italiano, possiamo scoprire un contesto scientifico inedito, quello in cui Williamina Fleming, Antonia Maury, Henrietta Swan Leavitt, Annie Jump Cannon e Cecilia Payne si sono guadagnate un posto d’onore nella storia dell’astronomia.  

F. G.