Il testo, che vede come curatori due tra i massimi esperti in bioetica che la Chiesa cattolica annovera fra i suoi membri, è frutto degli atti della dodicesima assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), tenutasi dal 27 febbraio al 1 marzo 2006.
Il volume è una silloge dei contributi redatti dagli autorevoli relatori del convegno, tra i quali Mario Pangallo e Robert Spaemann. Indubbio è il carattere scientifico e accademico del contenuto, tale da rendere il volume un manuale di studio e approfondimento, adatto a chi intende affrontare con competenza le odierne sfide concernenti la fase primordiale della vita umana, dal punto di vista biomedico, giuridico, filosofico e teologico. Infatti tra le tematiche affrontate troviamo: l’analisi dello sviluppo dell’embrione preimpiantatorio, il dialogo materno-embrionale e la preparazione all’impianto, il pensiero di s. Tommaso d’Aquino riguardo l’embrione umano, la questione se si possa considerare l’embrione umano come persona e, infine, il perché della tutela giuridica dell’embrione.
Il fine che ha motivato l’opera si scorge chiaramente nel discorso pronunciato da Papa Benedetto XVI, in occasione dell’importante consesso che ha visto nascere la raccolta, di cui si propone un breve passo: «So bene, cari studiosi, con quali sentimenti di meraviglia e di profondo rispetto per l’uomo voi portate avanti il vostro impegnativo e fruttuoso lavoro di ricerca proprio sull’origine stessa della vita umana: un mistero il cui significato la scienza sarà in grado di illuminare sempre di più, anche se difficilmente riuscirà a decifrarlo del tutto. Infatti, appena la ragione riesce a superare un limite ritenuto invalicabile, altri limiti fino allora sconosciuti la sfidano. L’uomo rimarrà sempre un enigma profondo e impenetrabile» (p. 12).