Roberto Giovanni Timossi, filosofo, si occupa del dialogo interdisciplinare tra filosofia, religione e scienza ed è membro del comitato scientifico della SISRI (Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare). In questo saggio affronta il tema della “scommessa” come posizione esistenziale e in modo particolare un tipo di scommessa del tutto unico nella storia del pensiero, l’argoment du pari del filosofo e matematico Blaise Pascal, che invita a puntare tutto sull’esistenza di Dio senza esitare. La proposta di Pascal è stata lungamente dibattuta e criticata, sia in ambiente ateo che in contesto cristiano. L’A. del volume si propone di: «effettuare un’analisi accurata e obiettiva del pari pascaliano sine ira et studio, senza preconcetti e senza pretesa di originalità a tutti i costi». (p. 7)
Il libro è suddiviso in quattro capitoli: 1. L’azzardo nella vita. 2. Il contesto della scommessa. 3. Infinito-nulla. 4. Decidere di credere. Nella prima parte del libro l’A., con lo scopo di inquadrare il tema della “scommessa” di Pascal nel giusto contesto, descrive la personalità del filosofo e l’ambiente sociale e culturale del suo tempo. Secondo Timossi, i maggiori errori interpretativi dell’argomentazione di Pascal derivano proprio dalla sua decontestatualizzazione. Leggiamo quindi che «i fattori principali da prendere in attenta considerazione sono: il fenomeno dei liberi pensatori e l’influsso di Montaigne; il giansenismo e la polemica coi gesuiti; la logica di Port-Royal, il circolo port-royalista e l’arte della persuasione; gli studi sul gioco d’azzardo e sul calcolo delle probabilità» (p. 67).
Nel terzo capitolo l’A. si sofferma sull’analisi concettuale e formale del frammento 418 (233) dell’edizione Lafuma (1963), dal titolo evocativo Infini-rien (Infinito-nulla), partendo dal significato peculiare di infinito, della cui esistenza siamo certi ma di cui ignoriamo la vera natura. Nel paragrafo conclusivo Timossi mette in evidenza come la scommessa pascaliana sia stata anche una “sfida” di tipo matematico «lanciata a quei liberi pensatori e razionalisti dubbiosi che consideravano i credenti come degli ignoranti in campo scientifico e nelle dimostrazioni matematiche. […] La scommessa pascaliana corrisponde dunque perfettamente all’esigenza di perseguire la verità su base probabilistica optando per quel principio supremo e trascendente che è l’unico in grado di garantirci la salvezza» (pp. 183-185). L’A. riflette quindi sulla concezione della grazia divina nel pensiero di Pascal.
Il volume ha il merito di delineare con attenzione la figura di un pensatore dalla personalità poliedrica, che è stato grande uomo di scienza, filosofo e profondo uomo di fede. L’A. analizza la sua argomentazione, utilizzando un linguaggio chiaro e accessibile anche ai non specialisti. Nelle conclusioni Timossi dichiara come sia possibile «concepire il pari come un argomento propedeutico alla fede, come una proposta non provocatoria, ma parenetica e maieutica volta a risvegliare l’intelligenza assopita degli incerti, degli agnostici e degli indifferenti» (p. 254).